L’uso eccessivo e inappropriato degli inibitori di pompa protonica comporta rischi per la salute e costi sanitari elevati, ma una deprescrizione graduale è possibile e sicura
Inibitori di pompa protonica: ancora troppo usati in modo inappropriato


L’uso eccessivo e inappropriato degli inibitori di pompa protonica comporta rischi per la salute e costi sanitari elevati, ma una deprescrizione graduale è possibile e sicura
Con l’aumento dell’uso degli inibitori di pompa protonica, soprattutto negli anziani, cresce anche il rischio di effetti collaterali e interazioni con altri farmaci. Una prescrizione attenta e una deprescrizione graduale sono possibili, oltre che fondamentali, per migliorare la sicurezza d’uso e ridurre i costi sanitari. In questo Minidossier un approfondimento sul tema con le indicazioni per una deprescrizione efficace.
Sempre più anziani in Europa prendono quotidianamente cinque farmaci o più, con un uso preoccupante di inibitori di pompa protonica e benzodiazepine.
La polifarmacoterapia è una realtà quotidiana per una percentuale considerevole di anziani in Europa: a destare preoccupazione è l’ampio uso di farmaci come inibitori di pompa protonica e benzodiazepine. A evidenziarlo è uno studio retrospettivo di coorte internazionale, condotto in sei Paesi europei (Italia, Belgio, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), basato sui dati delle prescrizioni dei medici di medicina generale. L’obiettivo era stimare la prevalenza della polifarmacoterapia (definita come la prescrizione di 5 o più classi di farmaci) e analizzare la prescrizione di farmaci noti per il rischio d’abuso o uso inappropriato negli anziani. Dallo studio è emersa un’elevata diffusione della polifarmacoterapia: in quattro dei sei Paesi inclusi, oltre la metà degli anziani era trattato quotidianamente con almeno cinque farmaci. La prevalenza della polifarmacoterapia tra gli over 65 variava dal 22,8% nel Regno Unito al 58,3% in Germania, con l’Italia posizionata al 53,5%. Una...