La mancata prescrizione antibiotica nel caso di polmonite nel bambino sulla base della clinica non comporta un rischio aumentato di complicanze o di insuccesso delle cure.
Uno studio retrospettivo di coorte statunitense che ha preso in esame 103.854 bambini con polmonite (età mediana 5 anni) seguiti a domicilio ha valutato se gli esiti fossero peggiori nel gruppo di bambini (circa il 20%) che non sono stati trattati con l’antibiotico rispetto a quelli trattati. Dall’analisi è emerso che il fallimento terapeutico, inteso come necessità di ricovero ospedaliero, nuova visita ambulatoriale, nuova prescrizione di antibiotici o comparsa di complicanze, si è verificato nel 10,7% dei bambini non trattati rispetto all’8,7% dei bambini in terapia antibiotica (differenza del rischio 1,98, limiti di confidenza al 95% da 1,41 a 2,56). In particolare, gli esiti gravi, tra cui ricovero, versamento pleurico, empiema, polmonite necrotizzante o ascesso polmonare, sono stati osservati nell’1,1% dei bambini non trattati e nello 0,7% dei bambini in terapia (differenza del rischio 0,46, limiti di confidenza limiti di confidenza al 95% da 0,28 a 0,64).
Le differenze osservate, sebbene statisticamente significative visti i valori dei limiti di confidenza, hanno però un impatto clinico ridotto, suggerendo che la maggior parte dei bambini con polmonite non trattati con antibiotici abbia una buona prognosi, considerando i molti casi di forme virali, senza dimenticare che l’uso indiscriminato di antibiotici espone i bambini a effetti collaterali evitabili e contribuisce al problema dell’antimicrobico resistenza .