Acqua potabile e batteri resistenti agli antibiotici

14 Feb 2025

FOCUS: Antibiotico resistenza

L’acqua che arriva al rubinetto di casa potrebbe contenere germi resistenti agli antibiotici. In estrema sintesi è questa la conclusione di una revisione di scopo che è stata condotta da ricercatori italiani mirata a valutare la presenza di batteri resistenti, di geni di resistenza e di antibiotici nelle acque trattate degli acquedotti, poi distribuite alla cittadinanza.
Sono stati identificati 45 studi, la metà dei quali riguardanti Paesi occidentali, quindi con situazioni simili a quella italiana.
È emerso che nelle acque trattate possono essere presenti diversi batteri multiresistenti agli antibiotici, come Pseudomonas spp. e Aeromonas spp. particolarmente resistenti a penicilline, cefalosporine anche di terza generazione, macrolidi e tetracicline, e batteri fecali, tra cui Enterobacteriaceae resistenti ai fluorochinoloni e alle sulfonamidi.
Nelle acque erano presenti anche i geni mobili di resistenza (in particolare int1 e tnpA) che possono essere scambiati tra batteri, trasferendo così la resistenza.
Sul piano delle molecole gli antibiotici maggiormente presenti nelle acque erano le sulfonamidi e i macrolidi, a concentrazioni comunque basse (inferiori a 10 ng/l).
Il rischio che batteri resistenti arrivino al rubinetto di casa quindi non è poi così remoto, nonostante i trattamenti posti in atto per garantire la qualità chimica e microbiologica dell’acqua che si beve. Addirittura alcuni trattamenti (la filtrazione con sabbia, quella con carbone attivo, la clorinazione) potrebbero favorire qualche germe resistente.
Secondo l’OMS i batteri resistenti presenti nell’acqua di casa potrebbero da un lato determinare malattie infettive, anche se questa evenienza per ora è stata dimostrata solo nei Paesi più poveri, ma anche portare a una modifica del microbioma intestinale di chi la beve e allo scambio di geni di resistenza con i batteri patogeni.

In pratica

Senza alcun allarmismo bisogna però tenere sempre rigidi i controlli sulla qualità dell’acqua considerata potabile. Inoltre, in un approccio “One Health”, occorre prescrivere gli antibiotici solo quando veramente necessario e opportuno per non aumentare la pressione selettiva sui germi, che porta alla diffusione di ceppi resistenti, i quali, come si vede anche in questo studio, possono circolare nell’ambiente.

Bibliografia

Federigi I, Bonetta S, et al. A systematic scoping review of antibiotic-resistance in drinking tap water. Environmental Research 2024; https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0013935124019820 Conflitti di interesse: