Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è tra le principali cause di infezione delle vie respiratorie nei neonati. Può provocare un’infiammazione dei piccoli bronchi, detta bronchiolite, o una polmonite. I sintomi più comuni sono febbre, tosse e difficoltà a respirare e nei casi più gravi può rendere necessario il ricovero in ospedale. Poiché non esiste una cura specifica, la prevenzione è fondamentale ed è oggi possibile farla nei neonati usando un anticorpo monoclonale, il nirsevimab, che blocca la capacità del virus di legarsi alle cellule
A dicembre 2023 la Valle d’Aosta è stata la prima regione italiana ad adottare la profilassi universale, offrendo il farmaco, che fornisce una protezione della durata di cinque mesi, sufficiente a coprire la stagione in cui sono più frequenti le infezioni da virus respiratorio sinciziale, cioè i mesi invernali, a tutti i bambini nati nel periodo a maggiore circolazione del virus. Ha aderito all’iniziativa il 65% dei genitori, per cui è stato poi possibile confrontare i casi di ricovero da virus respiratorio sinciziale nei neonati trattati con il farmaco e in quelli che non l’avevano preso. Il numero di ricoveri ospedalieri per bronchiolite si è ridotto significativamente rispetto alla stagione precedente e questa riduzione era ascrivibile al fatto che nessuno dei bambini trattati con il farmaco ha dovuto essere ricoverato per un’infezione da virus respiratorio sinciziale, a differenza dei neonati non trattati.
I dati valdostani confermano quanto era emerso negli studi clinici ma anche quanto si è osservato nel mondo reale in Francia, dove sono stati valutati i risultati della somministrazione in oltre 80.000 neonati: il farmaco ha ridotto il rischio di essere ospedalizzati senza causare effetti collaterali rilevanti.