Immunoterapia o chemioterapia nel tumore del polmone non a piccole cellule?

2 Lug 2025

FOCUS: Oncologia

Secondo una revisione sistematica con metanalisi e sulla base anche dei dati rilevati da studi condotti nel mondo reale, la terapia con inibitori del checkpoint in caso di tumore del polmone non a piccole cellule ottiene migliori risultati della chemioterapia.

Il disegno dello studio e i risultati

È stata condotta una revisione sistematica che ha identificato 35 studi controllati e randomizzati di fase 3 per un totale di 9.788 pazienti e sono state anche valutati i dati di 64 studi condotti nella pratica clinica corrente per un totale di altri 37.111 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule. L’esito primario valutato, nel confronto tra immunoterapia e chemioterapia, era la sopravvivenza globale.
I dati derivati dagli studi controllati e randomizzati indicavano un miglioramento significativo nella sopravvivenza globale dei pazienti trattati con l’immunoterapia rispetto a quelli sottoposti a chemioterapia (hazard ratio: 0,78, limiti di confidenza al 95% da 0,74 a 0,82), dato confermato anche dall’esito secondario che era la sopravvivenza libera da malattia (hazard ratio: 0,67, limiti di confidenza al 95% da 0,60 a 0,75). Questo effetto era indipendente dall’etnia del paziente, dal tipo istologico o dal tipo di immunoterapia. L’allungamento della sopravvivenza non si osservava però nei pazienti oltre i 75 ani d’età o con condizioni funzionali peggiori in partenza.
I dati degli studi condotti nella pratica clinica corrente erano sulla stessa linea, con una sopravvivenza globale mediana con l’immunoterapia pari a 11,8 mesi.
Sul piano della sicurezza il 50,2% dei pazienti trattati con immunoterapia ha avuto un evento avverso di grado 3 o superiore (vedi anche la newsStimolare la risposta immunitaria comporta qualche rischio”), tale comunque da non far interrompere il trattamento nella maggior parte dei casi (solo nel 18,7% si è dovuto sospendere l’immunoterapia). Il rischio di eventi avversi era minore se si usava un solo farmaco e aumentava in caso di politerapia con più inibitori del checkpoint immunitario.

In pratica

L’uso dei farmaci inibitori del checkpoint immunitario ha cambiato le prospettive in alcune forme di tumore, tra queste il tumore del polmone non a piccole cellule. La risposta alla terapia può essere variabile da caso a caso e occorre quindi considerare diversi elementi prima di decidere quale strategia terapeutica adottare, coinvolgendo sempre il paziente nella scelta, il quale deve essere informato non solo della possibile efficacia ma anche dei possibili effetti avversi dei trattamenti proposti.

Bibliografia

Yao J, Li S, et al. Efficacy and safety of immune checkpoint inhibitors in elderly patients with advanced non-small cell lung cancer: a systematic review and meta-analysis. eClin Med 2025; https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2589537025000136 Conflitti di interesse:
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