Una chemioterapia neoadiuvante, fatta cioè prima di sottoporsi all’intervento chirurgico, migliora significativamente la prognosi nelle persone che hanno un tumore del pancreas localizzato nella parte sinistra dell’organo.
La prognosi in caso di tumore del pancreas dipende da molti fattori, compresa l’estensione del tumore, la presenza di metastasi a distanza, ma dipende anche dalla localizzazione del tumore nell’organo: se è colpita la parte destra la prognosi sembra infatti essere migliore. Si cercano pertanto approcci terapeutici sempre più efficaci anche per le forme tumorali localizzate nella parte sinistra dell’organo.
I risultati della ricerca sul tumore del pancreas
In questa prospettiva è stato proposto nei pazienti con un tumore operabile della parte sinistra del pancreas di somministrare una chemioterapia prima di intervenire chirurgicamente. Ma questo approccio è efficace o aumenta solo il rischio di effetti avversi?
Un grande studio internazionale che ha coinvolto 76 ospedali di 18 Paesi di 4 continenti ha analizzato retrospettivamente l’esito della malattia in circa 2.300 pazienti con un tumore del pancreas che per lo più erano stati sottoposti immediatamente all’intervento chirurgico per asportare la neoplasia, ma che in poco più del 10% dei casi erano stati prima trattati con una chemioterapia mirata.
Ebbene, coloro che si sottoponevano alla chemioterapia prima di farsi operare avevano una sopravvivenza maggiore (una mediana di 53 mesi rispetto a quella di 37 mesi con il solo intervento chirurgico), tanto che a distanza di cinque anni era ancora vivo il 47% delle persone, rispetto al 35% con la sola chirurgia.
Tale approccio era particolarmente efficace quando il tumore era di grande dimensioni, mentre dava meno risultati se a livello locale o a distanza c’era il coinvolgimento di altre strutture e organi.