Peptidi antimicrobici alle soglie dell’uso clinico

5 Ago 2025

FOCUS: Antibiotico resistenza

Nella lotta contro l’antimicrobico resistenza la ricerca gioca un ruolo fondamentale per trovare nuove molecole che siano efficaci contro i batteri resistenti ai comuni antibiotici.
Molte speranze sono state riposte in una classe di piccole catene proteiche, i peptidi antimicrobici, brevi catene di aminoacidi, che riescono a rompere la struttura della membrana delle cellule batteriche portandole così a morte.

Che cosa sono i peptidi antimicrobici

I peptidi antimicrobici sono molecole naturali prodotte dalle cellule che hanno una funzione importante nella cosiddetta immunità innata, nella capacità cioè dell’organismo di rispondere alle infezioni. Riescono a fare ciò perché essendo idrofobi vengono assorbiti in maniera elettrostatica dalle membrane cellulari dei batteri che diventano in tal modo permeabili grazie anche alla formazione di veri e propri buchi che comportano la morte del microbo. Alcuni peptidi antimicrobici hanno anche altre azioni dirette a livello del DNA del batterio o di altro tipo. La loro caratteristica, proprio grazie al meccanismo d’azione, è di essere attivi contro molti tipi di batteri, siano essi Gram positivi o Gram negativi, sono cioè farmaci che agiscono ad ampio spettro (potendo agire anche contro funghi e virus).
Un altro vantaggio è che inducono più raramente una resistenza batterica e che possono agire in maniera sinergica se somministrati insieme agli antibiotici tradizionali.
Sono diversi i peptidi antimicrobici usati nelle ricerche cliniche tra cui le catelicidine, le temporine, le defensine e le magainine.

Un’azione mirata

I peptidi antimicrobici, grazie alla diversa composizione delle membrane cellulari, agiscono soprattutto sulle cellule dei microbi, non danneggiando le cellule dell’organismo ospite. Ciononostante possono causare effetti indesiderati. Proprio per la loro azione ad ampio spettro per esempio alterano il microbiota, soprattutto intestinale, che ha un’importante azione protettiva, causano cioè una disbiosi che aumenta il rischio di infezioni opportunistiche e altre complicanze.
Mentre l’FDA ha già approvato l’ingresso in commercio di alcuni peptidi antimicrobici, l’EMA sta ancora valutandone l’efficacia e la sicurezza per alcune condizioni specifiche, per esempio le infezioni da Pseudomonas nei malati di fibrosi cistica.

In pratica

La disponibilità di nuovi farmaci attivi contro i batteri resistenti alle comuni terapie è importante per salvaguardare l’efficacia degli antibiotici tradizionali e limitare la diffusione delle resistenze batteriche. Tra i tanti approcci che si stanno sviluppando nella ricerca medica c’è quello dei peptidi antimicrobici, studiati a partire dagli anni novanta, che avendo un meccanismo d’azione diverso rispetto agli antibiotici potrebbero essere impiegati da soli o in associazione a questi una volta che ne sia dimostrata l’efficacia e la sicurezza.

Bibliografia

Gani Z, Kumar A, et al. Antimicrobial peptides: an alternative strategy to combat antimicrobial resistance. Drug Discovery Today 2025; https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1359644625000182 Conflitti di interesse:
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