A volte serve aggiungere un cortisonico nella polmonite

11 Ago 2025

FOCUS: Antibiotico resistenza

Nei pazienti ricoverati per una polmonite batterica gli antibiotici sono fondamentali per risolvere la malattia, ma in alcuni casi l’aggiunta di un corticosteroide (il più noto nel linguaggio comune è il cortisone) può ridurre il rischio di morte.

La terapia della polmonite

Il cardine della terapia della polmonite dovuta a batteri, che nella maggior parte dei casi viene acquisita in comunità, cioè nella vita di tutti i giorni, specie nelle persone più fragili, sono gli antibiotici. Questi vanno usati solo su indicazione medica al giusto dosaggio e per il tempo previsto, cercando di scegliere quelli più mirati per il possibile germe in causa. Di solito si inizia una terapia con un antibiotico che può poi essere rapidamente modificata sulla base dei risultati degli esami svolti per identificare il germe responsabile. A volte si scopre che il batterio è resistente a uno o più antibiotici e allora la cura dell’infezione diventa più difficile, comportando anche il rischio di morte nei casi più gravi.
Si discute da tempo se l’aggiunta alla terapia di un farmaco ad azione antinfiammatoria, come gli steroidi, possa giovare al malato: secondo alcune ricerche sarebbe utile, secondo altre superfluo o addirittura dannoso. Una revisione sistematica della letteratura scientifica ha cercato di sciogliere questo dilemma.

I risultati dalla letteratura scientifica

Sono stati messi insieme i dati di oltre tremila pazienti che avevano partecipato a otto studi clinici nei quali i malati erano destinati alla terapia con soli antibiotici oppure all’aggiunta a questi di un corticosteroide.
In effetti la somministrazione del cortisonico riduceva il rischio di morte nel mese successivo, ma ciò non era vero in tutti i casi. Per questo i ricercatori hanno approfondito la loro indagine per scoprire che in effetti il cortisonico in aggiunta agli antibiotici era utile se l’infezione in corso aveva causato una forte risposta infiammatoria da parte dell’organismo, valutabile con un esame del sangue, la PCR o proteina C reattiva. Quanto più alti erano i valori di PCR, e quindi di infiammazione, tanto più efficace era l’azione dello steroide nel ridurre la mortalità. Da non sottovalutare però il fatto che l’aggiunta del cortisonico si accompagnava a un maggior rischio di effetti avversi non lievi, come l’iperglicemia.

In pratica

La polmonite batterica rimane una malattia impegnativa, curabile nella gran parte dei casi ma a volte talmente grave da mettere a rischio la vita, specie nelle persone più fragili (per esempio gli anziani che hanno più malattie contemporaneamente). La terapia con antibiotici rimane fondamentale e deve essere appropriata rispetto al germe in causa e alle caratteristiche del malato, a questa può essere aggiunto uno steroide nei casi in cui ci sia un forte stato infiammatorio sottostante. Sarà il medico a decidere caso per caso quando questa duplice terapia sia utile o quando basti l’uso dell’antibiotico.

Bibliografia

Smit J, Van Der Zee P, et al. Predicting benefit from adjuvant therapy with corticosteroids in community-acquired pneumonia: a data-driven analysis of randomised trials. Lancet Respir Med 2025; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39892408/ Conflitti di interesse:
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