I bambini che soffrono di asma hanno un maggior rischio di andare incontro a fratture a causa della rarefazione ossea, soprattutto se assumono il cortisone per via inalatoria per controllare la malattia.
Asma e fratture, una relazione nota
In passato è già stata segnalata una correlazione tra la presenza di asma nei bambini e un aumento del rischio di fratture, in particolare nei maschi. La causa è attribuita allo stato infiammatorio cronico tipico di questa malattia respiratoria (vedi anche Journal of Paediatrics and Child Health, 2018). La situazione potrebbe però essere aggravata dai farmaci che si usano per curare l’asma, in particolare gli steroidi come il cortisone.
Il ruolo del cortisone
Uno studio coreano conferma l’associazione tra asma e rischio di fratture, ma sottolinea anche il ruolo svolto dai farmaci steroidei che vengono somministrati per via inalatoria per prevenire e contrastare le crisi asmatiche. È peraltro noto che gli steroidi favoriscono l’insorgenza di osteoporosi, facilitando in questo modo la comparsa di fratture. Si discute però se il cortisone somministrato per via inalatoria nei bambini possa interferire con il metabolismo osseo.
I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 13.000 bambini, seguiti dal 2002 al 2019, e hanno confrontato il rischio di fratture nei bambini asmatici rispetto ai coetanei senza asma. I risultati mostrano che il rischio di frattura quasi triplicava nei bambini che avevano assunto il cortisone per via inalatoria nei 90 giorni precedenti. Rischio che era tanto maggiore quanto maggiore era la dose di farmaco che era stata assunta.
L’importanza della prevenzione
Nonostante questi risultati, va ricordato che secondo le principali linee guida internazionali il cortisone per via inalatoria a basso dosaggio è il trattamento di prima scelta nei bambini asmatici con meno di 12 anni d’età. Per limitare la necessità di ricorrere a terapie farmacologiche, è essenziale puntare su una prevenzione efficace. L’asma nell’infanzia è spesso legata a fattori di rischio come basso peso alla nascita, parto pretermine, infezioni respiratorie nei primi mesi di vita, esposizione al fumo in gravidanza, ma anche obesità e inquinamento urbano. Secondo il Piano d’azione globale dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, la prevalenza futura dell’asma potrebbe essere ridotta grazie a una buona assistenza materno-infantile, alla diminuzione delle nascite pretermine e delle infezioni respiratorie nei neonati, e alla riduzione dell’obesità a tutte le età.