Analizzare le cartelle cliniche elettroniche dei bambini ricoverati in ospedale è una strategia efficace per valutare durata e lunghezza della terapia con antibiotici in ospedale e attivare programmi di antibiotic stewardship mirati.
È quanto emerge da uno studio condotto all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che ha analizzato le cartelle cliniche elettroniche di 21.787 bambini ricoverati nel 2022.
Durata e lunghezza della terapia
Dall’analisi risulta che il 39,1% dei pazienti ha ricevuto almeno un antibiotico. La durata della terapia (DOT, che misura la durata in giorni di ciascun antibiotico assunto) era pari a 539 per 1.000 giornate-paziente, la lunghezza della terapia (LOT, che indica il numero di giorni nei quali un paziente ha ricevuto un antibiotico, indipendentemente dal numero di antibiotici) a 354 per 1.000 giornate-paziente, con un rapporto DOT/LOT di 1,5.
Questo dato indica che in media i bambini ricevono più antibiotici nello stesso periodo di trattamento oppure sequenze terapeutiche con molecole diverse.
I principi attivi con il più alto consumo (espresso in DOT/1.000 giornate-paziente) sono risultati:
- piperacillina/tazobactam (81,3 DOT/1.000)
- meropenem (59,6 DOT/1.000).
Reparti a maggior consumo di antibiotici
Il consumo più alto di antibiotici è stato registrato nei reparti che trattano i pazienti più critici come:
• oncoematologia (1.112 DOT/1.000 e 591 LOT/1.000)
• terapia intensiva (944 DOT/1.000 e 547 LOT/1.000).
In questi reparti è frequente la prescrizione di antibiotici prima ancora di avere la conferma diagnostica del germe in causa. Come sottolineato anche da altri studi (vedi la notizia Come ridurre l’uso degli antibiotici in terapia intensiva) proprio in questi reparti si possono mettere in atto strategie di collaborazione multidisciplinare per ridurre l’uso inappropriato degli antibiotici senza compromettere l’efficacia delle cure e la sicurezza dei bambini.