L’abitudine di prendere un antibiotico rimasto in casa perché usato in precedenza senza chiedere un parere al medico è molto diffusa, ma non si pensa che così facendo si usano quasi sempre antibiotici quando in realtà non servono, con il rischio non solo di avere qualche effetto avverso, ma anche di aumentare in tal modo l’uso inappropriato di questi farmaci e la diffusione della resistenza batterica.
Quanto spesso si usano antibiotici rimasti nell’armadietto dei medicinali?
Per rispondere a questa domanda negli Stati Uniti è stata condotta un’indagine che ha coinvolto oltre 500 persone che dovevano rispondere a un semplice questionario nel quale si chiedeva anzitutto se avessero mai preso un antibiotico senza chiedere un parere al medico e se gli fosse capitato di farlo nell’ultimo anno. Poi veniva chiesto il disturbo per cui erano ricorsi all’antibiotico, quale antibiotico avessero preso e dove l’avessero preso.
Quasi la metà dei rispondenti (43,6%) ha dichiarato di avere fatto uso di antibiotici senza chiedere il parere del medico e di questi circa un terzo ha detto di averlo fatto nell’ultimo anno.
Il motivo più comune per aver preso spontaneamente un antibiotico era la presenza di mal di gola (20,5% dei casi), per sintomi di tipo influenzale (17,8% dei casi) e per il mal di denti (16,3%). Meno spesso per sintomi riferiti a un’infezione delle vie urinarie o a disturbi dello stomaco.
Dove si trovano gli antibiotici
Nella maggior parte dei casi (60,2%) si trattava di antibiotici rimasti in casa per un precedente utilizzo, spesso prescritto dal medico per sintomi apparentemente analoghi. Nel 22,8% dei casi l’antibiotico era stato fornito da amici o da parenti. Alcuni l’avevano acquistato in Internet, con tutti i rischi del caso.
Tra gli antibiotici presi con il fai da te spiccava l’amoxicillina (37,4% dei casi) seguita dalla penicillina (6,9% dei casi) e da altri (cotrimossazolo, ciprofloxacina, tetracicline).



