Nelle donne sotto i 40 anni d’età con un tumore dell’endometrio in fase iniziale, una terapia ormonale conservativa, volta a preservare la fertilità, sembra garantire una sopravvivenza simile a quella che si ha se ci si sottopone direttamente all’asportazione chirurgica dell’utero (isterectomia).
Isterectomia e tumore dell’endometrio
Il tumore dell’endometrio in fase iniziale viene trattato principalmente con la chirurgia. L’intervento di riferimento è l’isterectomia, che prevede la rimozione di tutto l’utero. Questa procedura è raccomandata perché:
- elimina il tumore nella sua sede primaria
- consente una stadiazione accurata della malattia
- riduce il rischio di recidiva.
La conseguenza, però, è la perdita definitiva della fertilità.
Poiché si sta osservando un aumento dei casi di tumore dell’endometrio in donne giovani, ancora in età fertile, si stanno studiando alternative terapeutiche a base di ormoni progestinici che possano curare la malattia salvaguardando la fertilità della donna.
Lo studio
Uno studio di coorte statunitense ha analizzato quasi 16.000 donne in età riproduttiva con un tumore dell’endometrio in fase iniziale: oltre il 90% erano state trattate con l’isterectomia, circa il 10% con la terapia ormonale. Si valutava la sopravvivenza a distanza di cinque anni dall’inizio della cura. In effetti, se prese nel loro insieme, le donne che si erano sottoposte all’intervento chirurgico sopravvivevano più spesso (nel 98,5% dei casi rispetto al 96,8%) di quelle trattate solo con i farmaci. Ma se si analizzavano i dati rispetto all’età emergeva che se le donne al momento dell’inizio delle cure avevano meno di 40 anni allora la sopravvivenza dopo una terapia ormonale era analoga a quella delle donne cui era stato asportato l’utero. Se le donne avevano invece superato la soglia dei 40 anni la sopravvivenza era significativamente superiore con l’isterectomia.



