Un nuovo studio mostra che alcuni farmaci già usati negli adulti, gli agonisti del recettore GLP-1, possono aiutare anche bambini e adolescenti a migliorare il controllo della glicemia e a perdere peso. Resta il fatto che in questa fascia d’età prima di arrivare a somministrare dei farmaci bisogna aver posto in atto tutte le misure non farmacologiche (dieta, esercizio fisico, supporto psicologico), senza che queste abbiano dato l’esito sperato.
L’obesità in età pediatrica
L’obesità e il diabete di tipo 2 sono malattie croniche che colpiscono sempre di più anche i bambini. A differenza degli adulti, però, in età pediatrica ci sono pochi farmaci autorizzati. Tra quelli più studiati anche nei più giovani ci sono gli agonisti del recettore GLP-1: medicinali che imitano un ormone naturale dell’intestino – il peptide 1 analogo del glucagone – che aiuta il corpo a controllare l’appetito, aumentare il senso di sazietà e mantenere stabile la glicemia.
I ricercatori hanno valutato se questi farmaci possano diventare una strategia di cura anche nei bambini, da associare sempre agli interventi comportamentali che restano fondamentali: alimentazione equilibrata e attività fisica regolare.
Lo studio
Gli ultimi dati provengono da un gruppo di ricercatori statunitensi che ha analizzato gli studi pubblicati negli ultimi anni in letteratura scientifica sugli agonisti del recettore GLP-1 nel bambino.
Sono stati raccolti i dati di 18 studi clinici, cui avevano partecipato circa 1.400 bambini e ragazzi: è emerso che dopo sei mesi di terapia i farmaci agonisti del recettore GLP-1 miglioravano i valori della glicemia e si associavano a una riduzione del peso corporeo e dell’indice di massa corporea.
Se i farmaci si sono rilevati efficaci non sono però stati scevri di effetti collaterali, tra questi i più frequenti sono stati i disturbi gastrointestinali, come nausea, mal di pancia o vomito.
Non sono invece emerse differenze riguardo all’ideazione o ai comportamenti suicidari, preoccupazione che era emera in alcuni casi. Tuttavia, per arrivare a conclusioni certe sia in termini di efficacia sia di sicurezza servono studi più lunghi, che permettano di valutare gli effetti di questi farmaci nel lungo periodo.


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