Antibiotici e resistenza nelle acque dei poli

16 Dic 2025

FOCUS: Antibiotico resistenza

Che l’antibiotico resistenza sia un problema diffuso, che riguarda non solo l’uomo e gli animali ma anche l’ambiente, è dimostrato dai dati di una revisione della letteratura scientifica compiuta da ricercatrici italiane da cui emerge che nelle acque dei poli (Artide e Antartide) sono presenti sia molti geni di resistenza batterica sia batteri resistenti agli antibiotici.

I poli incontaminati?

Le regioni dei poli, visto il loro isolamento geografico, sono considerate tra le poche aree ancora incontaminate o poco contaminate della Terra. In realtà molte ricerche hanno confermato la presenza di inquinanti nelle acque di Artide e Antartide, come metalli pesanti, microplastiche, farmaci e altri composti.
A fronte di ciò si tratta comunque di sistemi che sono stati a lungo tempo isolati e che consentono quindi di fare indagini di confronto tra come erano un tempo e come sono oggi.
L’attenzione di un gruppo di ricercatrici dell’Università dell’Insubria si è appuntata sui batteri resistenti agli antibiotici presenti nelle acque dei poli e sui geni di resistenza che possono essere trasmessi da un batterio a un altro passando per esempio da batteri innocui per l’uomo a batteri che possono invece causare malattie anche gravi.

I risultati della ricerca

Sono stati identificati in letteratura scientifica 39 studi che avevano indagato sulla presenza di batteri resistenti agli antibiotici e di geni di resistenza in campioni di acque polari raccolte tra il 2010 e il 2025.
È così emerso che in effetti le acque di Artide e Antartide contengono diversi batteri resistenti e molti antibiotici, in particolare, per ordine di frequenza, tetracicline, betalattamici (la classe di antibiotici il cui capostipite è la penicillina), sulfonamidi, fluorochinoloni, aminoglicosidi, macrolidi e altri ancora.
Per quanto riguarda la resistenza agli antibiotici è interessante notare come i poli possano fornire conoscenze importanti al di là dell’influenza delle attività umane sulla diffusone dei ceppi resistenti. Se è vero infatti che il consumo di antibiotici si associa al diffondersi delle resistenze, è altrettanto vero che in campioni d’acqua dei poli presi e conservati prima dell’era antibiotica erano già presenti ceppi batterici resistenti, essendo l’antimicrobico resistenza un meccanismo di difesa dei batteri già presente in natura.

In pratica

La presenza di batteri resistenti e di geni di resistenza batterica nelle acque dei poli è probabilmente correlata all’aumento delle attività antropiche a fini turistici o di ricerca e alle pratiche di smaltimento delle acque reflue nei pressi delle stazioni di ricerca polari, ed è un motivo di preoccupazione. Le classi di antibiotici trovate nelle acque dei poli verso le quali i batteri sviluppano resistenza sono in linea di massima le stesse che predominano anche nella altre aree del mondo, anche se la resistenza agli aminoglicosidi e ai fluorochinoloni sembra essere maggiore nelle acque dei poli che in quelle degli altri oceani.
I dati rilevati in questa ricerca pongono comunque l’accento una volta di più sul concetto “One Health” di salute e focalizzano l’attenzione sul fatto che anche aree ben poco antropizzate, come i poli, possono essere in realtà serbatoi importanti di antibiotico resistenza.

Bibliografia

Bisaccia M, Berini F, et al. Emerging trends in antimicrobial resistance in polar aquatic ecosystems. Antibiotics 2025; https://www.mdpi.com/2079-6382/14/4/394 Conflitti di interesse:
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