Nei pazienti con fibrillazione atriale trattati in Pronto soccorso, l’introduzione di nuovi farmaci per riportare il ritmo cardiaco e la frequenza nella norma comporta un aumento del rischio di interazioni farmacologiche rilevanti con la terapia già in atto.
Lo suggerisce uno studio retrospettivo di coorte, condotto presso il Dipartimento di Medicina d’Urgenza dell’Ospedale Universitario di Vienna, che ha coinvolto 200 adulti con fibrillazione atriale giunti in Pronto soccorso e già in terapia per diverse comorbilità, ai quali sono stati somministrati farmaci per il controllo della frequenza o del ritmo cardiaco. L’obiettivo era individuare le potenziali interazioni farmacologiche più frequenti e valutarne la gravità. Per farlo i ricercatori hanno utilizzato un software specializzato nell’identificare le possibili interazioni tra farmaci e sottoposto successivamente i risultati a un gruppo multidisciplinare di sei esperti indipendenti.
I pazienti inclusi assumevano una mediana di 5 farmaci prima dell’arrivo in Pronto soccorso, a cui si sono aggiunti una mediana di 3 nuovi farmaci per gestire l’evento acuto. Lo studio ha rilevato che la terapia cronica in atto era già associata a 664 potenziali interazioni farmacologiche (mediana 2 potenziali interazioni per paziente), ma dopo la somministrazione dei farmaci per la fibrillazione atriale il numero di interazioni potenziali è salito a 2.085 (mediana 7 per paziente).
Circa un paziente su cinque (18,5%) aveva almeno una combinazione di farmaci controindicata, mentre il 70% almeno una combinazione per cui era raccomandata una modifica della terapia. I farmaci più spesso implicati nelle interazioni erano amiodarone, propofol, bisoprololo, enoxaparina e acido acetilsalicilico, con effetti potenzialmente gravi come aumento del rischio di emorragie, prolungamento del tratto QT e insorgenza di miopatia.
Lo studio ha inoltre evidenziato, come attendibile, una forte correlazione tra il numero di farmaci assunti e quello delle potenziali interazioni (coefficiente di correlazione 0,87, p<0,0001).
Attenzione alle interazioni tra farmaci quando c’è una fibrillazione atriale
In pratica
Le terapie croniche espongono frequentemente i pazienti al rischio di interazioni farmacologiche, per cui è cruciale effettuare una revisione periodica dei farmaci. In Pronto soccorso, ambiente notoriamente complesso per motivi organizzativi e in cui i pazienti arrivano spesso in condizioni critiche che richiedono decisioni rapide senza avere tutte le informazioni necessarie, il rischio di amplificare le interazioni farmacologiche per l’introduzione necessaria di nuovi farmaci è alto. È quindi fondamentale, in questo contesto, raccogliere quante più informazioni possibili dai pazienti sulle terapie in corso, così da prendere decisioni terapeutiche che tengano in considerazione il rischio di interazioni farmacologiche, riducendolo al minimo.
Bibliografia

