Quando si parla di tumori, si sente dire spesso che la scienza ha fatto enormi progressi negli ultimi decenni. Ed è davvero così: una delle scoperte più rivoluzionarie in questo campo è rappresentata dalle CAR-T (dall’inglese Chimeric Antigen Receptor T-cell therapies) ovvero terapie a base di cellule T con recettore chimerico per l’antigene. Ma di che cosa si tratta? E perché se ne parla sempre più spesso?
A queste e altre domande risponde il nuovo episodio dei podcast dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che illustra che cosa sono le CAR-T, come funzionano e perché rappresentano una vera svolta nella lotta contro il cancro.
Come funziona la terapia CAR-T
Le CAR-T fanno parte delle cosiddette terapie avanzate, personalizzate per ogni paziente. Si tratta di immunoterapie che sfruttano le cellule del sistema immunitario (i linfociti T), prelevate dal paziente stesso e modificate geneticamente in laboratorio per riconoscere uno specifico bersaglio tumorale, e poi reinfuse nell’organismo per attaccare le cellule cancerose.
La storia delle CAR-T inizia tempo fa
È verso la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta che si osservò per la prima volta come alcune cellule del sistema immunitario fossero in grado di riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Da questa intuizione nacque l’idea di potenziare quella capacità naturale dei linfociti T attraverso l’ingegneria genetica.
Ci sono voluti però molti anni prima che questa intuizione si trasformasse in una reale opzione terapeutica. Solo nel 2017 negli Stati Uniti e l’anno seguente in Europa, infatti, è stata approvata la prima terapia CAR-T, inizialmente destinata a persone affette da leucemia linfoblastica acuta a cellule B, in forma refrattaria o recidivante.
Una terapia rivoluzionaria, ma non infallibile
Le CAR-T si sono dimostrate efficaci nei tumori del sangue, ottenendo remissioni complete anche in pazienti che non rispondevano ad altre terapie.
Tuttavia, in alcuni tumori solidi (come quelli al polmone, al fegato o al pancreas), l’efficacia è più limitata, a causa dell’ambiente tumorale, più difficile da penetrare, e dei meccanismi messi in atto dai tumori per proteggersi.
Non mancano poi i rischi: le CAR-T, come tutte le terapie, possono provocare effetti collaterali anche gravi, motivo per cui è importante non lasciarsi guidare solo dall’entusiasmo per i risultati, ma valutare attentamente anche i possibili effetti avversi.