La chemioterapia neoadiuvante allunga la sopravvivenza nei pazienti con tumore operabile del pancreas localizzato nella parte sinistra dell’organo, la localizzazione di solito associata a una prognosi peggiore.
I risultati della ricerca
Uno studio retrospettivo multicentrico internazionale condotto tra il 2013 e il 2019 in 76 ospedali di 18 Paesi di 4 continenti ha analizzato la prognosi di 2.282 pazienti con un tumore operabile del pancreas della parte sinistra dell’organo che erano stati trattati o direttamente con l’intervento chirurgico per l’asportazione della massa (87% dei casi) oppure con una chemioterapia neoadiuvante per lo più secondo lo schema FOLFIRINOX o gemcitabina-paclitaxel (13% dei casi).
La chemioterapia neoadiuvante si associava a un allungamento della sopravvivenza globale rispetto al solo intervento chirurgico (hazard ratio 0,69, limiti di confidenza al 95% da 0,58 a 0,83), che si traduceva in una sopravvivenza mediana di 53 mesi rispetto ai 37 con la sola chirurgia (p=0,0003). A cinque anni il tasso di sopravvivenza globale era del 47% nei pazienti sottoposti anche alla chemioterapia neoadiuvante e del 35% negli altri (p=0,0001).
L’efficacia maggiore si osservava nei pazienti che avevano un tumore di grandi dimensioni (p=0,0003) e livelli più alti di CA19-9 (p=0,005), era invece immodificata in presenza di coinvolgimento dell’arteria splenica, della vena splenica, del peritoneo o di organi a distanza.