Come rinforzare le ossa durante l’ormonoterapia

21 Nov 2025

FOCUS: Oncologia
Un anticorpo monoclonale rinforza la struttura delle ossa nelle donne con un tumore della mammella in fase iniziale in trattamento con una terapia ormonale.

Vantaggi e svantaggi dell’ormonoterapia

Nelle donne in premenopausa (prima cioè che compaia la menopausa vera e propria) cui viene posta una diagnosi di tumore della mammella in fase iniziale, dopo l’intervento chirurgico, per ridurre il rischio di ricomparsa della malattia viene in alcuni casi specifici consigliata una terapia ormonale quotidiana per almeno cinque anni, che ha però il difetto di ridurre la densità ossea favorendo così la comparsa di fratture a causa della fragilità ossea.
Per contrastare questo effetto avverso, le linee guida raccomandano di usare farmaci che hanno l’effetto opposto, che favoriscono cioè un aumento della densità ossea, allo scopo se possibile di ridurre il rischio di fratture. Questi farmaci sono i bifosfonati, per i quali ci sono molti studi, e il denosumab, un anticorpo monoclonale più recente per il quale i dati sono meno numerosi.

Lo studio del Policlinico Gemelli

Per valutare l’effetto di questo anticorpo monoclonale sulla salute delle ossa, i clinici hanno condotto uno studio retrospettivo, hanno ciò analizzato la storia clinica di una settantina di donne con il tumore della mammella che erano state trattate con l’ormonoterapia e per le quali erano disponibili informazioni sulla salute ossea e sulla frequenza di fratture.
Si è così visto che queste donne, cui era stato somministrato il denosumab, a seguito della terapia avevano un miglioramento significativo della densità ossea ai controlli (una MOC, la densitometria ossea) e nessuna ha avuto fratture. Il trattamento era ben tollerato, e l’evento avverso più temuto, perché grave, con questo tipo di terapia, l’osteonecrosi della mandibola, è comparso in un solo caso.
Lo studio non dice nulla però di che cosa accada quando si sospende il trattamento, se cioè la densità ossea torni a ridursi, né se sia più o meno efficace dell’altro trattamento raccomandato, quello con i bifosfonati.
Peraltro dalle schede tecniche del denosumab si evince che il farmaco non ha un’indicazione autorizzata specifica per l’utilizzo in donne in pre menopausa con tumore della mammella. Inoltre il disegno retrospettivo dello studio offre risultati globalmente meno affidabili che se fosse stato realizzato in maniera prospettica.

In pratica

Le terapie antitumorali sono efficaci, ma spesso si associano a effetti avversi che devono essere riconosciuti e attenuati il più possibile. È il caso della rarefazione ossea nelle donne in terapia ormonale per un tumore della mammella. Questo trattamento si prolunga nel tempo per anni e occorre quindi provvedere a che non comporti conseguenze gravi come le fratture. Il ricorso a farmaci che rinforzano le ossa è una strada percorribile, anche qui facendo un bilancio tra rischi e benefici. Sarà il medico che nel singolo caso deciderà se prescrivere il farmaco, quale e per quanto tempo sulla base delle caratteristiche della persona malata, dei rischi e del coinvolgimento della persona stessa nella condivisione delle scelte terapeutiche.

Bibliografia

Rotondi A, Frescura V, et al. Bone health and endocrine therapy with ovarian function suppression in premenopausal early breast cancer: a real-life monocenter experience with denosumab. Curr Oncol 2025; https://www.mdpi.com/1718-7729/32/8/421 Conflitti di interesse:
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