Nonostante la disponibilità di trattamenti farmacologici efficaci, l’aderenza alle terapie anti glaucoma è un problema concreto. La scarsa aderenza è favorita dalla natura spesso asintomatica del glaucoma nelle fasi iniziali, dai regimi terapeutici complessi, dagli effetti collaterali dei farmaci e dal costo delle terapie.
Nei pazienti più anziani e in quelli con comorbilità la gestione della terapia per il glaucoma può essere ulteriormente complicata da limitazioni cognitive o fisiche e dalla polifarmacoterapia. Tali difficoltà sono strettamente correlate a una prognosi peggiore, con una maggiore probabilità di progressione del danno visivo e di perdita permanente della vista.
Uno studio per indagare l’aderenza alla terapia anti glaucoma
Uno studio osservazionale condotto in Lombardia che ha coinvolto 10.515 persone affette da glaucoma di età pari o superiore ai 50 anni, ha analizzato l’utilizzo dei farmaci anti glaucoma, i tassi di aderenza e i predittori di modifica o interruzione della terapia. I pazienti inclusi avevano ricevuto almeno tre prescrizioni consecutive di farmaci anti glaucoma nel 2010, con follow up fino al 31 dicembre 2018.
Le terapie iniziali più utilizzate erano i betabloccanti (37,8%), le combinazioni di timololo (26,2%) e gli analoghi della prostaglandina (25,2%). Dallo studio è emerso che solo il 41,0% dei partecipanti è stato aderente alla terapia, mentre il 73,4% ha modificato o interrotto il trattamento iniziale durante il periodo di osservazione.
L’età avanzata e la polifarmacoterapia cronica sono emerse come i principali predittori di mancata aderenza alla terapia, associandosi a un rischio più elevato di modifica (hazard ratio – HR età avanzata 1,16, limiti di confidenza al 95% da 1,09 a 1,25; HR polifarmacoterapia 1,12, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 1,17) o interruzione del trattamento (HR età avanzata 1,25, limiti di confidenza al 95% da 1,16 a 1,34; HR polifarmacoterapia 1,21, limiti di confidenza al 95% da 1,15 a 1,27).
Tra le diverse classi farmacologiche, gli analoghi delle prostaglandine e i betabloccanti si associavano a una maggiore aderenza terapeutica, con un rischio inferiore di modifica o interruzione rispetto ad altre classi di farmaci.


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