Farmaci antitumorali: le decisioni delle agenzie regolatorie

30 Mag 2025

FOCUS: Oncologia

Stabilire le indicazioni di un farmaco non è sempre semplice e le autorizzazioni all’uso concesse dalle varie agenzie regolatorie differiscono spesso, lasciando il dubbio che possano essere in alcuni casi troppo ampie, mettendo così a rischio la salute del paziente per quanto riguarda gli effetti collaterali, o troppo restrittive, limitando in tal modo l’accesso a farmaci che potrebbero essere efficaci.
Le due più grandi agenzie regolatorie al mondo sono quella statunitense, la FDA (Food and Drug Administration) e quella europea, l’EMA (European Medicines Agency). Di solito l’EMA ha criteri più stringenti, a tutela dei cittadini, mentre l’FDA è più di manica larga, anche sotto le pressioni delle aziende farmaceutiche.

Il confronto tra FDA ed EMA

Uno studio condotto da ricercatori italiani si è posto l’obiettivo di valutare le differenti indicazioni per gli stessi farmaci antitumorali approvati oltreoceano e in Europa tra il 2015 e il 2022. Sono stati analizzati 80 farmaci impiegati per la cura dei tumori per i quali le Agenzie regolatorie hanno registrato 162 indicazioni terapeutiche (ciò significa che un farmaco può avere più di un’indicazione, per esempio può essere attivo su due o più tipi di tumore).
Il confronto tra le schede dei prodotti approvate negli Stati Uniti e in Europa ha consentito di trovare una discrepanza nelle indicazioni in oltre la metà dei casi (per la precisione nel 51,9% dei casi). Tali differenze riguardano:

  • il tipo di tumore
  • le caratteristiche del paziente
  • il fallimento di altri trattamenti fatti in precedenza
  • la presenza agli esami di biomarcatori specifici
  • l’indicazione di usare il farmaco in combinazione ad altre terapie.

In generale anche per quanto riguarda i farmaci antitumorali l’FDA si è mostrata meno restrittiva perché nel confronto ha registrato molte più indicazioni rispetto all’EMA.

In pratica

Viste le notevoli differenze di indicazione per gli stessi farmaci sulle due sponde dell’Atlantico ci si chiede chi abbia ragione: l’EMA a essere più cauta nell’intento di tutelare la salute dei cittadini rispetto alla tossicità o alla reale efficacia (con relativi costi elevati) dei farmaci o l’FDA che allarga la platea dei possibili pazienti?
Non va dimenticato che la scelta di dare un’indicazione più o meno ampia incide non solo sulla salute e la sicurezza delle persone ma anche sul mercato del farmaco, considerato il fatto che le nuove molecole anti cancro hanno spesso prezzi proibitivi. È ovvio che le aziende farmaceutiche spingano per avere un allargamento delle indicazioni perché a ciò corrisponderebbe un aumento delle vendite.
Nel dubbio, quindi, è meglio sposare la politica di cautela dell’EMA, pur se le associazioni di pazienti spesso spingono per l’allargamento delle indicazioni anche quando magari non ci sono ancora dimostrazioni certe di efficacia e sicurezza o comunque tali da modificare significativamente lo stato di salute dei malati.

Bibliografia

Perini M, Castiglioni B. Differences in the on-label cancer indications of medicinal products between Europe and the USA. Lancet Oncology 2025; https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(24)00434-0/abstract Conflitti di interesse: