Quali sono i farmaci che con maggior frequenza possono provocare un’anafilassi? Per rispondere alla domanda è stato condotto uno studio, che ha utilizzato il database globale di farmacovigilanza VigiBase, analizzando oltre 35 milioni di segnalazioni di sospette reazioni avverse, raccolte tra il 1968 e il 2024, provenienti da 140 Paesi.
I farmaci più frequentemente segnalati
Dall’analisi sono emersi quindici principi attivi più spesso di altri collegati ad anafilassi, primo fra tutti il diclofenac con oltre 34.000 segnalazioni, seguito da levofloxacina, ibuprofene, vaccini anti COVID-19, ceftriaxone, lidocaina, omalizumab, cefuroxima, benzilpenicillina, clindamicina, amoxicillina più acido clavulanico, cefazolina e ciprofloxacina.
Oltre al numero di segnalazioni, lo studio ha valutato anche quanto fosse forte l’associazione tra ciascun farmaco e l’anafilassi, utilizzando il Reporting Odds Ratio (ROR) che misura la probabilità che un evento avverso sia segnalato per un farmaco rispetto a tutti gli altri presenti nel database. Un ROR superiore a 1 segnala un’associazione più frequente rispetto alla media e i valori più alti indicano segnali più forti. Gli antibiotici si sono confermati tra i farmaci con i segnali più robusti, in particolare la cefuroxima (ROR 40,89, limiti di confidenza al 95% da 40,18 a 41,61), seguita da benzilpenicillina (ROR 38,65, limiti di confidenza al 95% da 37,96 a 39,35), cefazolina (ROR 33,42, limiti di confidenza al 95% da 32,66 a 34,20), ceftriaxone (ROR 28,44, limiti di confidenza al 95% da 28,01 a 28,87) e levofloxacina (ROR 17,71, limiti di confidenza al 95% da 17,50 a 17,93). Tra gli altri principi attivi lidocaina, omalizumab e diclofenac presentavano associazioni significative.
È importante sottolineare che un ROR elevato non implica causalità, ma segnala che il farmaco è più frequentemente associato a segnalazioni di anafilassi rispetto ad altri farmaci.
Tempi di insorgenza e prognosi
La maggior parte delle reazioni anafilattiche si è manifestata entro 2-3 ore dalla somministrazione del farmaco, ma in alcuni casi, come con l’omalizumab, si sono osservate reazioni tardive, anche oltre le 24 ore. Nella maggior parte dei casi (~80%) i pazienti hanno riferito un recupero completo delle condizioni di salute. Solo in una piccola percentuale si è avuto un esito grave o fatale, evidenziando l’importanza di un intervento rapido in caso di anafilassi.