Sono disponibili solo da una ventina d’anni ma hanno cambiato il destino dei malati di leucemia mieloide cronica: stiamo parlando dei farmaci antitumorali appartenenti alla classe degli inibitori delle tirosina chinasi. Se agli inizi degli anni Duemila la mortalità annuale per questa malattia negli Stati Uniti era attorno al 10-20% ora si è ridotta drasticamente, fino all’1%.
Come funzionano questi farmaci
Le tirosina chinasi sono enzimi che svolgono un ruolo importante nei meccanismi di crescita e divisione delle cellule. Nel caso della leucemia mieloide cronica si è scoperto che uno di questi enzimi (la BCR::ABL1 tirosina chinasi), a seguito di un’alterazione genetica specifica, è iperattivo, stimolando in questo modo la crescita incontrollata delle cellule leucemiche che causano la malattia.
Gli inibitori della tirosina chinasi agiscono bloccando questo enzima e così facendo impediscono la proliferazione delle cellule tumorali.
Questi farmaci, entrati in terapia negli ultimi vent’anni, sono diversi e vengono usati come primo trattamento della leucemia mieloide cronica, oppure nei casi di ricaduta e hanno alcuni obiettivi fondamentali:
1. allungare la sopravvivenza dei malati
2. bloccare le cellule tumorali fino a mandare in remissione la malattia una volta interrotta la terapia
3. ridurre gli effetti a breve e a lungo termine di altre terapie meno mirate.
Le prospettive future
Un articolo di revisione ha analizzato i risultati ottenuti con queste terapie e fatto il punto della situazione. A oggi sono 6 i farmaci appartenenti a questa classe (imatinib, dasatinib, bosutinib, nilotinib, asciminib e ponatinib, quest’ultimo usato come terapia di seconda linea), ma ce ne sono altri due in fase avanzata di sperimentazione, che mirano a migliorare l’efficacia riducendo gli effetti avversi.
Sul piano della sicurezza gli inibitori delle tirosina chinasi possono causare diversi effetti indesiderati (vedi anche l’articolo “Profilo di tollerabilità e sicurezza degli inibitori delle tirosin chinasi”) soprattutto a livello gastrointestinale (con diarrea frequente, nausea e vomito), cutaneo (con comparsa di rash), cardiovascolare (con insufficienza cardiaca e ipertensione) e del sangue (con anemia, riduzione dei globuli bianchi e delle piastrine).