Contrariamente a quanto si temeva in passato, la pillola contraccettiva, anche se usata per lunghi periodi, non aumenta il rischio di tumore del fegato.
Il contesto
Alla fine degli anni ’90 alcuni piccoli studi, con un numero limitato di donne partecipanti, avevano ipotizzato che l’uso prolungato della pillola contraccettiva potesse aumentare il rischio di tumore del fegato. Sulla base di queste osservazioni, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 1999 e nel 2012 aveva segnalato una possibile relazione, soprattutto per utilizzi superiori a dieci anni.
Lo studio
Per chiarire la questione, uno studio inglese ha analizzato i dati di due grandi coorti – il Million Women Study e la UK Biobank – che insieme comprendono oltre un milione e mezzo di donne. Confrontando i dati di chi aveva usato la pillola e chi non l’aveva mai presa non è emerso alcun aumento di rischio di tumore del fegato.
A conferma del risultato, nella seconda parte dello studio è stata condotta una revisione sistematica che ha raccolto tutta la letteratura scientifica al riguardo. L’unica piccola differenza osservata in questa fase riguardava le donne che avevano usato la pillola per più di dieci anni: queste sembravano avere un piccolo aumento del rischio di tumore del fegato ma la differenza, rispetto a quelle che non ne avevano fatto uso, non era comunque statisticamente significativa. Ciò significa che la differenza potrebbe non dipendere dal farmaco assunto, ma essere dovuta semplicemente al caso o a fattori di confondimento.
Lo studio ha anche valutato se vi fossero differenze in funzione della formulazione e dell’epoca di utilizzo: anche le pillole più vecchie, che avevano dosaggi ormonali più alti rispetto alle attuali, hanno un profilo di sicurezza simile a quelle usate oggi.