La resistenza dei batteri nelle infezioni delle vie urinarie

25 Lug 2025

FOCUS: Antibiotico resistenza

I batteri che causano le infezioni delle vie urinarie possono essere resistenti agli antibiotici. Il dato è molto variabile da Paese a Paese e anche nelle diverse aree di ciascun Paese, per cui è importante conoscere la situazione locale per poter gestire in maniera appropriata queste infezioni e soprattutto prevenire l’ulteriore diffusione di germi resistenti alla terapia.
L’Italia è purtroppo ai primi posti in Europa nell’antibiotico resistenza, secondo i dati del 2015 è addirittura il Paese con la maggiore incidenza di infezioni causate da germi resistenti agli antibiotici in Europa. Avere dati aggiornati sulla situazione reale è quindi molto importante e a ciò ha mirato uno studio retrospettivo condotto a Messina per fotografare la situazione relativa alle infezioni delle vie urinarie in quell’area geografica.

Le infezioni delle vie urinarie

Le infezioni delle vie urinarie comprendono varie forme più o meno gravi, dalla semplice presenza di batteri nelle urine (batteriuria), che non richiede una terapia antibiotica, alle cistiti, alle uretriti, alle pielonefriti, che coinvolgono anche il rene. Si stima che un terzo delle donne (più esposte al rischio di infezione per questioni anatomiche) nella vita abbia un’infezione delle vie urinarie e che un quinto soffra di cistiti ricorrenti. Se poi si considerano i pazienti con un catetere urinario, specie uomini, il rischio di infezione aumenta esponenzialmente.
Si tratta quindi di condizioni comuni che possono essere gestite dal medico di famiglia ma che nei casi più gravi portano al ricovero in ospedale. A volte i germi che le causano sono resistenti agli antibiotici, per cui diventa difficile curarle. Ma quanto spesso ciò accade?

I dati di Messina

Tra il gennaio 2019 e il 2023 sono stati raccolti quasi 16.000 campioni di urina sia da persone che avevano sintomi che potevano far pensare a un’infezione delle vie urinarie e a cui era stato perciò richiesto dal medico un esame delle urine con urinocoltura per identificare il germe responsabile sia da persone che erano giunte in ospedale per lo stesso motivo.
Al di fuori dell’ospedale solo una persona su quattro che lamentava sintomi urinari aveva in realtà dei batteri nelle urine, rispetto a tre su quattro di quelle arrivate in ospedale per forme evidentemente più gravi.
Ebbene in un quarto circa dei casi a causare l’infezione era un batterio resistente agli antibiotici, in particolare erano particolarmente “cattivi” i batteri Gram negativi (resistenza nel 30% dei casi) rispetto ai Gram positivi (22% dei casi).

In pratica

Lo studio conferma che in Italia, e in questo caso in Sicilia, la percentuale di batteri resistenti agli antibiotici è alta, almeno nelle infezioni delle vie urinarie. La conoscenza dei batteri alla base delle infezioni è fondamentale per prescrivere una terapia antibiotica appropriata, cioè con un antibiotico cui il batterio è sensibile, evitando invece quelli cui il germe è resistente. Ciò è possibile farlo sia evitando il più possibile l’uso di antibiotici a largo spettro, sia basandosi sul risultato dell’urinocoltura e sull’antibiogramma, l’esame che consente di definire a quali antibiotici il batterio isolato è resistente o sensibile.

Bibliografia

Trinchera M, Midiri A, et al. A four-year study of antibiotic resistance, prevalence and biofilm-forming ability of uropathogens isolated from community- and hospital-acquired urinary tract infections in Southern Italy. Pathogens 2025; https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC11769118/ Conflitti di interesse:
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