La terapia antiaggregante protegge dalla comparsa di metastasi?

25 Ago 2025

FOCUS: Oncologia

L’acido acetilsalicilico, meglio conosciuto da tutti con il suo nome commerciale di aspirina, potrebbe ridurre il rischio di metastasi cerebrali nelle persone che hanno un tumore del polmone in fase avanzata.

Il tumore del polmone e la sua evoluzione

Ci sono diversi tipi di tumore del polmone ma quello più frequente e legato soprattutto, ma non solo, al fumo di sigaretta è il tumore del polmone non a piccole cellule, che nella sola Europa colpisce 480.000 persone, con un prognosi sul lungo periodo (cinque anni) non ancora buona, nonostante le terapie poste in atto.
La malattia neoplastica si evolve nel tempo e si dissemina nell’organismo con la comparsa di metastasi dovute al fatto che alcune cellule del tumore sono passate in circolo e hanno raggiunto altri organi, dove possono moltiplicarsi. Nel caso del tumore del polmone sono molto frequenti le metastasi al cervello, che nelle fasi avanzate della malattia colpiscono un malato su quattro peggiorando significativamente la qualità di vita perché possono causare deficit motori, convulsioni, declino cognitivo e un’ipertensione endocranica. Ma c’è modo di ridurre il rischio che il tumore del polmone dia metastasi al cervello?

Il ruolo delle piastrine

Alcuni studiosi stanno concentrando la propria attenzione sul ruolo delle piastrine presenti nel sangue, che hanno un’azione chiave nella coagulazione bloccando i sanguinamenti. Alcune ricerche hanno suggerito un loro ruolo anche nello sviluppo delle metastasi, il tumore infatti attiverebbe le piastrine, si formerebbe un complesso tra piastrine e cellule tumorali che in questo modo sarebbero meno attaccabili dalle difese immunitarie dell’organismo e potrebbero spostarsi nel sangue più facilmente per raggiungere altri organi. Inoltre le piastrine faciliterebbero la formazione di metastasi aumentando l’adesione vascolare e la possibilità per le cellule tumorali di uscire dai vasi e arrivare ai tessuti.

La terapia antiaggregante contro le metastasi

Visto il ruolo svolto dalle piastrine in caso di tumore, si è ipotizzato che il ricorso a farmaci che ne bloccano l’attività possa in qualche modo proteggere dalla formazione di metastasi, nel caso specifico di uno studio condotto in Spagna dalla formazione di metastasi cerebrali in caso di tumore del polmone non a piccole cellule.
I ricercatori hanno analizzato a posteriori la storia di 650 pazienti con il tumore, per vedere se ci fosse una correlazione tra l’uso dell’aspirina, il più noto e diffuso antiaggregante piastrinico, e la presenza di metastasi cerebrali. Si è così scoperto che il rischio di sviluppare metastasi cerebrali era inferiore nei malati che per qualunque motivo prendevano l’antiaggregante; non solo, ma quelli che già prendevano il farmaco per altri motivi (per esempio come protezione cardiovascolare) prima della diagnosi di tumore avevano una probabilità minore di avere già metastasi cerebrali al momento della diagnosi.

In pratica

Anche se al momento si tratta di un’ipotesi che deve essere confermata da studi controllati che ne dimostrino la reale efficacia, la somministrazione di un antiaggregante come l’aspirina potrebbe avere un’azione protettiva rispetto alla comparsa delle metastasi cerebrali nei pazienti con un tumore del polmone. La decisione di somministrarla o meno va ovviamente presa dal medico anche perché tale terapia aumenta il rischio di possibili emorragie e va quindi considerata caso per caso.

Bibliografia

Martin-Abreu C, Garcia-Gil M, et al. Antiplatelet therapy mitigates brain metastasis risk in non-small cell lung cancer: insights from a comprehensive retrospective study. Cancers 2025; https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC12248695/ Conflitti di interesse:
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