Che cosa ne pensano i medici della sempre più diffusa resistenza dei batteri agli antibiotici? Un’indagine della AMR-Lung Clinical Research Collaboration condotta in 60 Paesi (compresa l’Italia) di 6 continenti che ha coinvolto 279 pneumologi e ricercatori nel campo delle malattie respiratorie ha cercato di dare risposta a questa domanda, concentrandosi in questo caso sulle malattie respiratorie infettive.
Quale fotografia emerge dallo studio
Circa la metà dei rispondenti al questionario ha detto di avere a che fare settimanalmente con batteri resistenti agli antibiotici ma che in tre quarti dei casi è frequente una gestione non adeguata nella scelta degli antibiotici da utilizzare. Su questo punto le critiche si sono concentrate sul fatto che nel 60% dei casi né in ospedale né sul territorio sono stati attivati programmi di gestione appropriata degli antibiotici (antimicrobial stewardship) che aiuterebbero a ridurre le terapie antibiotiche inutili o non adeguate.
Alla domanda su che cosa potrebbe aiutare per scegliere con maggior consapevolezza l’antibiotico da somministrare la maggior parte dei medici ha indicato l’importanza di avere a disposizione nuovi test rapidi, che consentano di individuare il germe che ha causato l’infezione, e molti più dati sulla situazione epidemiologica locale, cioè su quanto siano diffusi nei vari ambiti i batteri più spesso responsabili delle infezioni respiratorie.