Non c’è motivo di ritenere che l’uso del paracetamolo per la febbre o il dolore in gravidanza possa avere conseguenze sul nascituro. È bene precisare che da tempo le linee guida raccomandano questo farmaco come prima scelta nella donna in dolce attesa perché considerato sicuro.
Negli ultimi anni, però, alcune ricerche hanno suggerito un possibile legame tra l’uso del paracetamolo in gravidanza e lo sviluppo di disturbi neurologici nei bambini, come il deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e il disturbo dello spettro autistico (ASD).
Per questo motivo, sono stati valutati gli studi (nove studi originali e tre metanalisi, che raccolgono cioè e analizzano i dati di altri studi) pubblicati finora sull’argomento. La loro analisi ha concluso che le associazioni riportate non sono dovute a un effetto diretto del paracetamolo, ma probabilmente a fattori di confondimento (come la predisposizione genetica o l’ambiente familiare del bambino) di cui non si era tenuto conto negli studi. Al contrario, le ricerche più affidabili e metodologicamente rigorose non hanno trovato alcuna associazione tra l’uso del paracetamolo in gravidanza e problemi nello sviluppo neurologico del bambino.
In pratica
In caso di febbre o di dolore le donne in gravidanza possono assumere il paracetamolo. Tuttavia è sempre bene chiedere prima un consiglio al medico per sapere a che dosaggio prendere il farmaco e per quanto tempo. Vale il principio che in gravidanza vanno assunti solo i farmaci o i supplementi strettamente necessari e solo su indicazione medica. Ciò vale anche per eventuali prodotti “naturali” di erboristeria o simili.
Bibliografia
Damkier P, Gram EB, et al. Acetaminophen in pregnancy and attention-deficit and hyperactivity disorder and autism spectrum disorder. Obstetrics&Gynecology 2025; https://journals.lww.com/greenjournal/fulltext/2025/02000/acetaminophen_in_pregnancy_and_attention_deficit.8.aspx Conflitti di interesse:
