L’aggiunta dell’oxaliplatino alla chemioterapia adiuvante sarebbe efficace nell’aumentare la sopravvivenza globale dei pazienti con tumore del colon-retto in stadio III, ma solo fino ai 70 anni d’età.
In caso di tumore del colon retto in stadio II o III, dopo la chirurgia a scopo eradicante, viene raccomandata una chemioterapia adiuvante a base di fluoropirimidine, alle quali si può aggiungere l’oxaliplatino. Riguardo questa aggiunta c’è discussione se nell’anziano possa essere efficace. Per cercare di dirimere la questione un gruppo di ricercatori coreani ha condotto uno studio retrospettivo di coorte per valutare se effettivamente l’aggiunta dell’oxaliplatino comporti benefici.
Lo studio sul tumore del colon-retto nell’anziano
Sono stati analizzati gli esiti di 8.561 pazienti (età media 63,2 anni) con tumore del colon-retto in stadio II o III, valutando la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia adiuvante posta in atto.
Anzitutto, l’aggiunta dell’oxaliplatino non ha sortito alcun beneficio sulla sopravvivenza dei pazienti con un tumore in stadio II, qualunque fosse la loro età (hazard ratio fino a 70 anni 0,71, hazard ratio sopra i 70 anni 1,09). Se invece si consideravano i pazienti con tumore in stadio III emergeva una differenza di efficacia rispetto all’età: l’oxaliplatino si associava a un aumento significativo della sopravvivenza fino ai 70 anni d’età (sopravvivenza a 5 anni 84,8% rispetto a 78,1%; hazard ratio 0,59, limiti di confidenza al 95% da 0,46 a 0,77, p<0,001) ma non per coloro che avevano più di 70 anni (hazard ratio 0,85, limiti di confidenza al 95% da 0,67 a 1,07, p=0,18).
L’analisi multivariata dei dati ha consentito di identificare una differenza tra i due gruppi di pazienti che potrebbe spiegare questa mancata efficacia: le persone con più di 70 anni più spesso infatti (odds ratio 1,55, limiti di confidenza al 95% da 1,19 a 2,03, p=0,001) avevano abbandonato il trattamento per via degli effetti avversi.


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