Si allunga la terapia endocrina per il tumore al seno

18 Giu 2025

FOCUS: Oncologia

Dopo un intervento chirurgico per un tumore al seno identificato in fase precoce il consiglio è di fare anche una terapia endocrina adiuvante, che aiuta cioè a mantenere la situazione sotto controllo, evitando la ripresa della malattia. Ma quanto a lungo deve essere protratta?

La terapia endocrina per il tumore del seno

In molti casi le cellule di un tumore al seno hanno alla loro superficie i recettori per gli estrogeni, gli ormoni femminili. Si è visto che se, dopo l’intervento chirurgico di asportazione del tumore, si blocca l’attività estrogenica, si hanno benefici a lungo termine, con un allungamento della sopravvivenza. A tal fine sono stati impiegati diversi farmaci: il primo è stato il tamossifene, seguito dai cosiddetti inibitori dell’aromatasi e negli ultimi tempi da alcuni farmaci in grado di bloccare la funzione ovarica.
Le linee guida attuali raccomandano di prolungare la terapia endocrina per cinque anni, periodo sufficiente per ridurre del 30% la mortalità nel lungo periodo.
I ricercatori, però, ora si chiedono se tali trattamenti non vadano prolungati oltre i cinque anni se cioè la somministrazione dei farmaci per altri anni comporti un ulteriore vantaggio in termini di sopravvivenza.

Prolungare o no la terapia?

Per rispondere a questa domanda è stata condotta una revisione sistematica che ha consentito di trovare nella letteratura scientifica 37 studi clinici, controllati, nei quali si era confrontato l’uso di questi farmaci per cinque anni o oltre, mettendolo in relazione alla sopravvivenza. Sono stati così valutati insieme i dati relativi a oltre 100.000 donne con un tumore al seno in fase precoce trattate per periodi diversi con la terapia endocrina adiuvante. I risultati confermano quanto già noto e cioè che la terapia endocrina adiuvante se condotta per cinque anni migliora la sopravvivenza, ma suggeriscono anche che se si continua la terapia per altri cinque anni, in particolare con gli inibitori dell’aromatasi, si ha un ulteriore miglioramento della sopravvivenza rispetto alle donne che dopo i primi cinque anni hanno interrotto il trattamento.

In pratica

Nelle donne che hanno un tumore al seno positivo per i recettori degli estrogeni e che sono state operate, la successiva terapia con farmaci endocrini migliora la sopravvivenza. La terapia va pertanto seguita con costanza secondo le indicazioni del medico, che sceglierà i farmaci più adatti alla singola donna. Gli ultimi dati di letteratura indicano addirittura che tale trattamento prolungato oltre i cinque anni possa apportare ulteriori benefici.
I farmaci ad attività endocrina hanno ovviamente anche diversi effetti collaterali, che vanno gestiti, perché a volte inducono la donna a interrompere il trattamento anche se col tempo questi effetti avversi tendono a ridursi per frequenza e intensità. Andrà quindi sempre valutato con il medico il rapporto rischi-benefici, come per tutte le terapie, e condivisa la scelta di trattamento.

Bibliografia

Papakonstantinou A, Villacampa G, et al. Adjuvant endocrine treatment strategies for non-metastatic breast cancer: a network meta-analysis. EclinMed 2025; https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2589537025000483 Conflitti di interesse:
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