Una metanalisi a rete ha esaminato l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti farmacologici per la prevenzione dell’emicrania nei bambini, analizzando i dati provenienti da 45 studi controllati e randomizzati che hanno coinvolto 3.771 partecipanti.
Rispetto al placebo, il pregabalin e il topiramato, somministrati con la vitamina D3, si sono rivelati i trattamenti più efficaci rispetto al placebo nel ridurre la frequenza dell’emicrania (rapporto delle medie rispettivamente 0,38, limiti di confidenza al 95% da 0,18 a 0,79, e 0,44, limiti di confidenza al 95% da 0,30 a 0,65). Altri farmaci, tra cui flunarizina, levetiracetam, riboflavina, e cinnarizina, hanno mostrato efficacia nel ridurre la frequenza degli attacchi, ma con prove meno solide e da confermare.
Sull’intensità del dolore, in caso di crisi, sembravano agire efficacemente il propranololo, la cinnarizina, il pregabalin, il valproato e il levetiracetam.
Nonostante l’efficacia nel ridurre la frequenza degli attacchi e per alcuni la loro intensità, nessun farmaco è stato associato a miglioramenti significativi nella qualità della vita o nella durata degli attacchi di emicrania.
La maggior parte dei farmaci usabili a scopo preventivo per l’emicrania in età pediatrica sono gravati da importanti effetti avversi, tanto che rispetto al placebo si sono avuti eventi avversi più frequenti con amitriptilina (rischio relativo 3,81), topiramato (rischio relativo 4,34) e valproato (rischio relativo 5,93).