Con il diabete e molti farmaci

Cresce il numero di pazienti con diabete di tipo 2 in polifarmacoterapia. A dirlo è uno studio di coorte condotto sui registri sanitari nazionali danesi che ha analizzato le tendenze d’uso dei farmaci nei pazienti con diabete di tipo 2 nel periodo 2000-2020, evidenziando una crescita significativa della polifarmacoterapia a causa delle comorbilità.
Nel corso di vent’anni, il numero di pazienti con il diabete di tipo 2 è passato da 84.917 nel 2000 a 307.011 nel 2020. Contestualmente, il numero medio di farmaci giornalieri assunti per paziente è aumentato da 3,7 a 5,3 e la percentuale di pazienti che assumeva cinque o più farmaci è salita dal 53% al 76%. Nel corso dello studio, l’89% dei pazienti ha assunto almeno 5 farmaci in un dato momento e quasi la metà, il 47%, ha raggiunto o superato i 10 farmaci presi in contemporanea.
Questa crescita è stata guidata principalmente dall’aumento dell’uso di specifiche categorie terapeutiche, come analgesici, antipertensivi, inibitori di pompa protonica e statine. Al contrario, è stata osservata una riduzione nell’uso degli ansiolitici.
Sebbene la polifarmacoterapia sia spesso una necessità nella gestione del diabete di tipo 2 e delle patologie croniche correlate, non è priva di rischi. Tra questi si ricordano un possibile peggioramento degli esiti specifici del diabete, come il controllo glicemico e il rischio di ipoglicemia, oltre a un impatto negativo sulla salute generale con un aumento del rischio di cadute, ospedalizzazioni e della mortalità. Oltre ovviamente a un rischio elevato di interazioni farmacologiche ed eventi avversi.