L’IPEC è utile anche nella recidiva di tumore dell’ovaio

31 Mar 2025

FOCUS: Oncologia

L’IPEC, la chemioterapia intraperitoneale ipertermica, allunga la sopravvivenza in caso di tumore dell’ovaio anche quando c’è una ripresa della malattia dopo un precedente ciclo chemioterapico.
Uno studio controllato e randomizzato internazionale ha arruolato 415 donne con tumore dell’ovaio con una ripresa della malattia dopo che erano state sottoposte a 6 mesi di chemioterapia a base di platino più o meno bevacizumab. Venivano assegnate all’intervento chirurgico con IPEC o senza, confrontando poi la sopravvivenza globale.
A un follow up mediano di 6,2 anni, era deceduto il 65% delle donne (61% delle trattate con l’IPEC rispetto al 68% dei controlli). L’IPEC migliorava significativamente la sopravvivenza globale (hazard ratio 0,73, limiti di confidenza al 95% da 0,56 a 0,96, p=0,024). La sopravvivenza mediana è stata di 54,3 mesi nelle donne operate con IPEC e di 45,8 mesi nei controlli.
A fronte di questa maggiore efficacia, l’IPEC si associava però a una maggiore frequenza di eventi avversi nei 60 giorni successivi all’intervento chirurgico (49% dei casi rispetto a 27%), in particolare anemia (23% rispetto a 14%), epatotossicità (11% rispetto a 9%), squilibri elettrolitici (14% rispetto a 1%) e insufficienza renale (10% rispetto a 1%).

In pratica

La chemioterapia intraperitoneale ipertermica va sempre presa in considerazione in caso di intervento chirurgico per un tumore dell’ovaio operabile. La sua aggiunta allunga infatti la sopravvivenza, anche se aumenta a breve il numero degli eventi avversi da dover gestire prontamente.

Bibliografia

Classe J-M, Meeus P, et al. Hyperthermic intraperitoneal chemotherapy for recurrent ovarian cancer (CHIPOR): a randomised, open-label, phase 3 trial. Lancet Oncology 2024; https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(24)00531-X/abstract Conflitti di interesse: