L’uso sempre più diffuso di terapie con più farmaci nelle persone con psicosi aumenta il rischio di effetti avversi e non ottiene sempre i risultati sperati.
Gli antipsicotici sono farmaci usati per curare malati con disturbi mentali gravi, come la schizofrenia, il disturbo bipolare o altre forme di psicosi. Agiscono alleviando sintomi complessi come allucinazioni, deliri, pensieri confusi o comportamenti agitati, contribuendo a migliorare la qualità di vita di chi convive con queste condizioni psichiatriche.
Negli ultimi cinquant’anni, è diventata sempre più comune la pratica di prescrivere più di un antipsicotico alla stessa persona, si parla in questi casi di polifarmacoterapia antipsicotica. Quanto è sicura ed efficace?
Una revisione sistematica della letteratura scientifica ha valutato questa condizione, raccogliendo i dati di oltre 4,4 milioni di persone in cura con antipsicotici. I risultati raccontano una realtà complessa: quasi un paziente su quattro in terapia con antipsicotici riceve una combinazione di più farmaci con percentuali variabili dal 5% nei malati di demenza al 33% in chi soffre di schizofrenia. Secondo i ricercatori, l’uso combinato di più antipsicotici aumenta le probabilità di ricadute della malattia, la necessità di ricoveri e la comparsa di effetti collaterali anche gravi. Tra questi, problemi motori, disturbi cardiaci, bisogno di ulteriori farmaci per contenere gli stessi effetti indesiderati, e persino un aumento del rischio di morte per qualsiasi causa.
Troppi antipsicotici insieme non aiutano il malato
FOCUS: Cronicità e polifarmacoterapia
In pratica
I risultati di questo studio indicano che l’uso combinato di antipsicotici, sempre più diffuso, non è privo di conseguenze. Ciò non significa che la polifarmacoterapia sia sempre da evitare, ma che vada usata con prudenza, riservandola ai casi in cui un farmaco da solo non sia in grado di controllare la malattia e solo dopo un adeguato periodo di tempo necessario per vederne i risultati. È fondamentale che gli operatori sanitari rivedano periodicamente i trattamenti in corso e, laddove possibile, riducano il numero di farmaci utilizzati. Anche pazienti, familiari e caregiver sono tenuti a prestare attenzione a eventuali segnali di allarme o effetti collaterali che potrebbero indicare la necessità di modificare la terapia.
Bibliografia
Højlund M, Köhler-Forsberg O, et al. Prevalence, correlates, tolerability-related outcomes, and efficacy-related outcomes of antipsychotic polypharmacy: a systematic review and meta-analysis. Lancet Psychiatry 2024; https://www.thelancet.com/journals/lanpsy/article/PIIS2215-0366(24)00314-6/abstract Conflitti di interesse: 

