L’aggiunta di un corticosteroide alla terapia antibiotica in atto nei pazienti ricoverati per una polmonite batterica acquisita in comunità riduce il rischio di morte a 30 giorni.
Nel recente passato si è discusso molto sull’utilità o meno degli steroidi nei pazienti con una polmonite batterica, visti i pro e i contro associati alla somministrazione di questi farmaci. Ora una revisione sistematica offre informazioni ulteriori per prendere una decisione ragionata.
I risultati della revisione sistematica
Sono stati identificati otto studi controllati e randomizzati per un totale di 3.224 pazienti ricoverati per polmonite batterica trattati con la sola terapia antibiotica oppure con la terapia antibiotica associata allo steroide. L’esito primario valutato era la mortalità a 30 giorni.
Globalmente sono morti 246 pazienti trattati con la duplice terapia (7,6%) e 140 (8,7%) nel gruppo in terapia solo antibiotica (odds ratio 0,72, limiti di confidenza al 95% da 0,56 a 0,94, p=0,017).
L’ipotesi di partenza dei ricercatori era che potesse esserci un beneficio dall’aggiunta dello steroide nei pazienti che avevano alti livelli di PCR, quindi un notevole stato infiammatorio. In effetti l’analisi condotta sulla base dei valori di PCR indicava che l’aggiunta dello steroide era efficace nel ridurre la mortalità solo nei pazienti con valori di PCR>204 mg/ml (mortalità a 30 giorni 6,1% rispetto al 13,0% dei pazienti trattati con solo antibiotici, odds ratio 0,43, limiti di confidenza al 95% da 0,25 a 0,76, p=0,026). A valori di PCR inferiori l’aggiunta dello steroide non modificava invece la mortalità (odds ratio 0,98, limiti di confidenza al 95% da 0,63 a 1,50).
Come prevedibile la terapia con steroide si associava a un incremento significativo del rischio di iperglicemia (odds ratio 2,50, limiti di confidenza al 95% da 1,63 a 3,83, p<0,0001) ma anche a un aumento del rischio di nuovo ricovero ospedaliero dopo la dimissione (odds ratio 1,95, limiti di confidenza al 95% da 1,24 a 3,07, p=0,0038).