Nella chemioterapia post induzione per il controllo della leucemia mieloide acuta dell’adulto il dimezzamento della dose di citarabina riduce la frequenza degli eventi avversi associati alla somministrazione del farmaco, senza modificarne l’efficacia.
Dopo la fase di induzione, che prevede l’uso di diversi chemioterapici con l’obiettivo di mandare in remissione la malattia, viene di solito suggerita una chemioterapia di mantenimento, di cui è dimostrata l’efficacia nel migliorare la sopravvivenza a lungo termine indipendentemente dalla possibilità di fare anche un trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Lo studio d’oltralpe
Uno studio multicentrico francese, controllato e randomizzato, di non inferiorità, si è posto l’obiettivo di valutare se un dimezzamento del dosaggio della citarabina nella fase di mantenimento possa non essere inferiore al dosaggio più alto in termini di efficacia sulla sopravvivenza globale ed essere invece più sicuro in termini di tossicità legata al farmaco.
Sono stati arruolati 1.132 adulti con una leucemia mieloide acuta, che venivano assegnati a un trattamento di mantenimento con citarabina a dosaggio pieno (3.000 mg/m2/12 ore) o a dosaggio ridotto (1.500 mg/m2/12 ore).
A distanza di cinque anni la sopravvivenza globale era del 59,3% nei trattati con il farmaco a dosaggio ridotto e del 57,5% nei trattati con il farmaco a dose piena (hazard ratio 0,96, limiti di confidenza al 95% da 0,80 a 1,15, p per la non inferiorità: 0,0042). Inoltre la frequenza e la gravità degli eventi avversi associati alla terapia era significativamente inferiore nei trattati con la dose dimezzata di citarabina.