Secondo l’analisi del database europeo di farmacovigilanza (EudraVigilance) e dei dati italiani dell’AIFA, dal 2020 al 2024 le sospette reazioni avverse associate all’uso di paracetamolo e soprattutto di ibuprofene nei bambini sono aumentate. Questo dato non deve generare allarme, ma va interpretato alla luce del contesto e deve diventare un richiamo a un uso realmente appropriato di questi farmaci (vedi anche Paracetamolo e ibuprofene per la febbre nel bambino).
Le ragioni alla base di questo aumento
In Italia, tra il 2019 e il 2024 si è osservato da una parte un significativo incremento dell’uso di ibuprofene, con un aumento del 61% nell’acquisto di confezioni pediatriche. Dall’altro lato, un miglioramento dei sistemi di farmacovigilanza che ha portato a una rilevazione più accurata degli eventi avversi.
È quindi naturale che, a un maggior numero di esposizioni, corrisponda un maggior numero di segnalazioni. Inoltre, la maggiore attenzione di pediatri e genitori nel riportare gli eventi avversi ha reso più visibile un fenomeno in parte già presente, ma documentato in modo meno completo in passato.
In talia negli ultimi anni si è assistito a un calo delle prescrizioni di paracetamolo, scese dal 68,8% nel 2009 al 63,5% nel 2024, a fronte di un incremento dell’uso di ibuprofene (dal 31,2% al 36,7%).
Gli eventi avversi più segnalati
Nella maggior parte dei casi le reazioni avverse segnalate sono risultate lievi.
In particolare l’ibuprofene ha causato effetti negativi soprattutto a carico dell’apparato gastrointestinale:
- nausea
- vomito
- dolore dell’addome
- diarrea
- stitichezza
- dispepsia
- flatulenza.
Eventi più gravi sono molto meno frequenti e generalmente associati a uso improprio, a dosaggi non corretti (per esempio la tossicità epatica del paracetamolo ad alto dosaggio) o a condizioni specifiche del bambino (come la disidratazione).



