Come comportarsi in caso di vomito del bambino dopo l’assunzione di farmaci

24 Giu 2025

FOCUS: Pediatria

Il vomito che si verifica entro poco tempo dalla somministrazione di un farmaco orale è un evento comune in età pediatrica. Tuttavia, in assenza di linee guida ufficiali, la gestione di questa situazione si basa ancora su criteri empirici e su valutazioni individuali da parte del medico.
In generale, si usa il tempo trascorso tra l’assunzione del farmaco e l’episodio di vomito come primo criterio decisionale:

  • se il vomito si verifica entro 30 minuti, e sono visibili residui del farmaco, è probabile che il principio attivo non sia stato assorbito e si può considerare la risomministrazione
  • se il vomito si verifica oltre i 60 minuti, si presume che il farmaco sia stato almeno in parte assorbito e che la ripetizione potrebbe solo aumentare il rischio di sovradosaggio.

Nell’intervallo 30-60 minuti, la decisione è meno chiara e va personalizzata in base alla situazione clinica.
Della questione si è occupato un gruppo di ricercatori svedesi che hanno messo a punto uno strumento di supporto decisionale, che può essere applicato in queste situazioni e che si fonda su tre criteri: condizione clinica, caratteristiche del farmaco, tempi.

La condizione clinica del bambino

In caso la terapia sia stata prescritta per una condizione acuta (per esempio febbre alta, crisi convulsive, dolore intenso, antibiotico per infezione acuta), l’obiettivo deve essere quello di garantire un’efficace esposizione terapeutica al farmaco.
Occorre quindi valutare i singoli casi considerando che:

  • se il farmaco è parte di una terapia cronica o profilattica, si può posticipare la dose
  • se si sta somministrando un farmaco come i corticosteroidi o gli antiepilettici, la cui mancata assunzione può causare anche effetti da sospensione o fallimento terapeutico occorre una valutazione attenta prima di decidere il da farsi
  • se il bambino ha una defervescenza dei sintomi, per esempio la febbre che si abbassa o la risoluzione di una crisi convulsiva significa che parte del farmaco è stata assorbita.

Le caratteristiche del farmaco

Le diverse formulazioni farmaceutiche hanno tempi di assorbimento diversi, in particolare le formulazioni liquide come gli sciroppi hanno un assorbimento più rapido rispetto a capsule e compresse.
Inoltre occorre particolare cautela prima di somministrare una nuova dose in caso di formulazioni a rilascio prolungato o modificato e nel caso si tratti di farmaci con un basso indice terapeutico come per esempio la digossina o il midazolam per i quali un sovradosaggio comporterebbe gravi conseguenze.
Bisogna anche sempre avere informazioni sul materiale emetico: la presenza di una compressa integra o parzialmente integra indica infatti un mancato o quanto meno ridotto assorbimento.

I tempi

L’assorbimento dipende dalla velocità di svuotamento gastrico, ma la valutazione nel bambino non è sempre affidabile soprattutto in quelli più piccoli sotto i due anni di età.
I fattori che possono interferire con lo svuotamento gastrico sono molteplici e vanno dall’età allo stato nutrizionale, alla febbre e alla presenza di cibo nello stomaco.

In pratica

Prima di somministrare una nuova dose di farmaco nel bambino che ha vomitato occorre valutare l’urgenza della terapia e la condizione clinica. In linea generale se il vomito è avvenuto poco dopo l’assunzione e se la situazione clinica è acuta c’è l’indicazione a somministrarlo nuovamente. In alcuni casi, per evitare che si ripetano episodi di vomito può essere utile prevedere anche la somministrazione di un antiemetico.

Bibliografia

Garnemark C, Lernfelt G, et al. If a child vomits after an oral medication—should we re-dose or not? Acta paediatrica 2025; https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1111/apa.70121 Conflitti di interesse:
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