Alcuni farmaci chemioterapici causano come effetto collaterale nausea e vomito, a volte incoercibili. Per ovviare a questo effetto, che peggiora molto la qualità di vita e la sopportazione delle terapie, si somministrano preventivamente più farmaci (di solito una combinazione di tre) che hanno un effetto antiemetico, riducono cioè la nausea e il vomito se somministrati prima del ciclo. A questi si può aggiungere un quarto farmaco, l’olanzapina, impiegata invece dopo il ciclo, quando si torna a casa, che riduce ulteriormente il rischio di vomito. Ha però il difetto di causare una certa sedazione al dosaggio abituale.
Lo studio giapponese
Uno studio clinico controllato e randomizzato condotto in Giappone si è posto l’obiettivo di valutare se un dosaggio ridotto dell’olanzapina (5 mg invece di 10 mg) potesse avere la medesima efficacia anti vomito riducendo però gli effetti indesiderati come la sedazione. Hanno partecipato alla ricerca 500 donne con un tumore al seno trattate con due chemioterapici per via endovenosa (un’antraciclina e la ciclofosfamide) che causano tipicamente nausea e vomito. Prima della somministrazione dei chemioterapici hanno ricevuto i tre farmaci impiegati a scopo preventivo , mentre una volta tornate a casa dopo il ciclo potevano prendere o l’olanzapina a basso dosaggio (5 mg) o un placebo di confronto.
Il numero di donne che lamentavano ancora episodi di vomito nei cinque giorni successivi al ciclo era significativamente inferiore in quelle trattate con l’olanzapina rispetto al placebo, a indicare l’efficacia del farmaco. Ciò a fronte di sonnolenza o mancanza di concentrazione nell’1-2% dei casi.