La sonnolenza è una condizione molto frequente tra gli anziani: si stima che circa la metà degli over 65 ne soffra, con manifestazioni che spaziano dalla sonnolenza diurna a un’eccessiva durata del sonno notturno.
Uno studio basato sui dati del National Social Life, Health, and Aging Project, un’indagine nazionale condotta negli Stati Uniti per esplorare le relazioni tra salute, invecchiamento e contesto sociale, ha analizzato il ruolo della polifarmacoterapia, ossia dell’assunzione quotidiana di più farmaci, nell’insorgenza della sonnolenza negli anziani.
Dall’analisi dei dati relativi a 2.638 persone anziane è emerso che quasi la metà (49%) assumeva farmaci potenzialmente associati a sonnolenza. In effetti il rischio di lamentare sonnolenza era significativamente maggiore (58%) per coloro che prendevano quotidianamente tre o più farmaci rispetto a chi non ne faceva uso (31,2%).
C’è un legame tra polifarmacoterapia e sonnolenza negli anziani?
FOCUS: Cronicità e polifarmacoterapia
In pratica
I risultati di questo studio suggeriscono che la polifarmacoterapia aumenti il rischio di sonnolenza negli anziani. Si tratta di una condizione da non sottovalutare: l’eccessiva sonnolenza, infatti, può compromettere la qualità di vita, aumentare il rischio di cadute, oltre a influire negativamente sulle funzioni cognitive e ridurre l’autonomia personale, con serie ripercussioni sulla sicurezza e sul benessere in questa fascia d’età.
È quindi fondamentale che familiari, i caregiver e gli operatori sanitari prestino particolare attenzione agli anziani in trattamento con più farmaci, cogliendo eventuali segnali d’allarme e rivalutando periodicamente l’appropriatezza delle terapie.
Bibliografia
Wilder J, Lauderdale D, et al. Use of medications with somnolence adverse effects and somnolence symptoms among older adults in the U.S. J Aging Health 2024; https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/08982643241298734?url_ver=Z39.88-2003&rfr_id=ori:rid:crossref.org&rfr_dat=cr_pub%20%200pubmed Conflitti di interesse: 

