Dacarbazina al posto della procarbazina nel linfoma di Hodgkin

13 Mag 2025

FOCUS: Oncologia

La sostituzione della procarbazina con la dacarbazina nei pazienti con linfoma di Hodgkin riduce il rischio di tossicità gonadica e di tossicità midollare.
Nella cura del linfoma di Hodgkin si ricorre di solito a una polichemioterapia che prevede la somministrazione di bleomicina, etoposide, doxorubicina, ciclofosfamide, vincristina procarbazina e prednisolone (eBEACOPP). In alternativa lo stesso schema può essere modificato con la dacarbazina (eBEACOPDac) con l’obiettivo di evitare gli effetti avversi più gravi della procarbazina.
Per valutare se realmente questa sostituzione sia in grado di migliorare il profilo di sicurezza del trattamento senza inficiarne l’efficacia, un gruppo internazionale ha confrontato retrospettivamente i risultati di due studi condotti in Gran Bretagna, Irlanda e Francia (pazienti trattati con lo schema eBEACOPDac) e in Germania (pazienti trattati con lo schema eBEACOPP). In entrambi gli studi i pazienti non erano mai stati trattati in precedenza per la malattia.
A distanza di 36 mesi la sopravvivenza libera da malattia era del 93,3% nei trattati con la dacarbazina, identica a quella dei trattati con la procarbazina (93,3%). Emergeva invece una differenza significativa sul piano della tossicità: i pazienti trattati con la dacarbazina meno spesso richiedevano il ricorso a emotrasfusioni (in media 1,70 unità rispetto a 3,69 unità con la procarbazina, p<0,0001) e avevano una concentrazione di spermatozoi ben superiore nel liquido spermatico (mediana di 23,4 milioni/ml rispetto a 0,0 milioni/ml con la procarbazina, p=0,0040). Nelle donne si aveva inoltre un più rapida ripresa del ciclo mestruale (in media 5,04 mesi rispetto a 8,77 mesi con la procarbazina, p=0,0036).

In pratica

Il ricorso sempre più frequente alla dacarbazina al posto della procarbazina negli schemi di polichemioterapia per la cura del linfoma di Hodgkin sembra essere giustificato dalla minore tossicità midollare e gonadica, senza che ci sia una riduzione dell’efficacia.
Considerato l’impatto della chemioterapia sul paziente, il medico deve sempre discutere anticipatamente con il malato, prima dell’inizio del trattamento, gli effetti attesi della terapia ma anche i possibili effetti avversi, in modo da condividere la scelta terapeutica e avere la massima adesione al trattamento.

Bibliografia

Santarsieri A, Mitchell E, et al. The genomic and clinical consequences of replacing procarbazine with dacarbazine in escalated BEACOPP for Hodgkin lymphoma: a retrospective, observational study. Lancet Oncol 2025; https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(24)00598-9/fulltext Conflitti di interesse: