Dieci buone regole per la gestione della terapia antibiotica

9 Apr 2025

FOCUS: Antibiotico resistenza

La gestione oculata e ragionata degli antibiotici, quella che gli anglosassoni chiamano antimicrobial stewardship, consente di ridurre significativamente il rischio di resistenze batteriche ma richiede il coinvolgimento di tutte le parti in causa (professionisti sanitari, pazienti, cittadini) per raggiungere i propri obiettivi. Lo scopo della antimicrobial stewardship è di promuovere, grazie a interventi coordinati, un uso appropriato degli antibiotici, grazie alla scelta ottimale del farmaco, della dose, della durata della terapia e della via di somministrazione.
Questo approccio è particolarmente importante nell’anziano fragile (si calcola che un quarto delle persone con più di 85 anni rientri in questa categoria), più esposto alle infezioni e alle loro conseguenze gravi, ed è stato semplificato in un decalogo di azioni che consentono di applicare nella pratica corrente i principi della gestione oculata degli antibiotici. Ecco le dieci raccomandazioni che sono rivolte agli operatori sanitari, ma la cui conoscenza è utile a tutti per comprendere quanto la scelta di iniziare un antibiotico debba essere sempre pensata e condivisa in ogni occasione:
1. Riconoscere prontamente e trattare i casi di sepsi che nell’anziano fragile possono essere molto gravi e con sintomi sfumati, ricercando il batterio in causa con le emocolture
2. Evitare di fare esami non necessari, per esempio non fare una urinocoltura se non ci sono sintomi di un’infezione urinaria oppure in caso di cateterismo vescicale non analizzare le urine raccolte nel sacchetto, perché sono sempre colonizzate da batteri
3. Trattare il malato e non i risultati dei suoi esami, per esempio la presenza di batteri nelle urine non giustifica l’inizio di una terapia antibiotica se non ci sono sintomi
4. Molte infezioni vanno meglio se non sono trattate con antibiotici, per esempio le infezioni delle vie aeree senza catarro è molto probabile che migliorino senza antibiotici
5. Le misure generali sono importanti, per esempio idratarsi e nutrirsi correttamente riducono i rischi nell’anziano fragile
6. Seguire le raccomandazioni locali per la gestione delle infezioni, sia nella scelta dell’antibiotico sia nella conoscenza delle resistenze ai farmaci
7. Chiedere sempre se la persona ha avuto in passato reazioni allergiche a un antibiotico, tenendo però presente che la maggior parte dei casi di allergia alla penicillina non sono in realtà tali se vengono indagati
8. Rivedere la prescrizione fatta nei giorni successivi per decidere se modificarla o cambiarla in base all’andamento clinico
9. Più breve è meglio è, bisogna prendere l’antibiotico per il numero di giorni minimo indicato dal medico, non oltre, prolungare la terapia ha senso solo in casi molto particolari
10. Gestire la terapia in modo che siano coinvolti i vari professionisti sanitari (medici per la prescrizione, infermieri per la somministrazione etc), il malato e gli eventuali caregiver.

In pratica

Solo attraverso un uso più consapevole degli antibiotici da parte di tutti, partendo dalla certezza che questi farmaci sono una risorsa preziosa ed efficace che rischia però di esaurirsi, si può raggiungere l’obiettivo comune di usare gli antibiotici a ragion veduta, in caso di reale necessità e nelle modalità indicate dalle linee guida e dai medici. In questo modo si potrà ridurre il numero di batteri resistenti agli antibiotici, evitando di ritrovarsi in situazioni di infezioni gravi che non rispondono più alle terapie.

Bibliografia

Wilson C, Seaton R. Antimicrobial stewardship in the frail elderly. Brit J Hosp Med 2024; https://www.magonlinelibrary.com/doi/full/10.12968/hmed.2024.0233 Conflitti di interesse: