Dimezzare le dosi della chemioterapia: a volte si può

21 Ago 2025

FOCUS: Oncologia

Nella terapia di mantenimento nella leucemia mieloide acuta dell’adulto si può dimezzare la dose della citarabina, il farmaco somministrato in questi casi, per ridurre il rischio di effetti avversi senza per questo peggiorare la prognosi. La buona notizia viene da uno studio controllato condotto in Francia.

Che cos’è la leucemia mieloide acuta

La leucemia mieloide acuta è la forma di leucemia acuta più diffusa negli adulti ed è dovuta alla proliferazione incontrollata di una cellula progenitrice nel midollo osseo.
Si manifesta con la comparsa di diversi sintomi come affaticamento, pallore, sanguinamenti, febbre, infezioni.
La cura prevede una chemioterapia iniziale (detta di “induzione”) che mira a ottenere la remissione della malattia, seguita da una chemioterapia di mantenimento, che può essere anche associata a un trapianto di cellule staminali emopoietiche, per ridurre il rischio di ricomparsa della malattia.

I risultati dello studio

Lo studio francese si è focalizzato sulla chemioterapia di mantenimento, che è indubbiamente efficace nel tenere controllata la leucemia, ma che si associa a numerosi effetti avversi, alcuni dei quali gravi (si ha una tossicità midollare con anemia, leucopenia, piastrinopenia, si può avere una neurotossicità, si possono avere alterazioni polmonari) o comunque disturbanti per il paziente (nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, stomatite). La domanda che si sono posti i ricercatori è se si possa dimezzare la dose del farmaco ottenendo gli stessi effetti sulla sopravvivenza ma riducendo la probabilità degli eventi avversi legati al farmaco.
Grazie ai dati raccolti su oltre mille pazienti con la malattia trattati con la dose alta di farmaco o con la dose bassa, si è visto che la sopravvivenza a cinque anni di distanza era identica, qualunque fosse la dose di citarabina somministrata, mentre in effetti erano meno frequenti gli eventi avversi dovuti al farmaco.

In pratica

La chemioterapia usata per la cura dei tumori proprio per il meccanismo d’azione dei farmaci impiegati e per la loro alta efficienza nell’uccidere le cellule tumorali comporta però anche un carico non indifferente di effetti sulle cellule sane, con numerosi effetti avversi che quanto meno incidono sulla qualità della vita. La possibilità di ridurre il dosaggio dei farmaci impiegati negli schemi di chemioterapia è il modo migliore per prevenire o ridurre la comparsa degli effetti avversi ma occorre prima avere certezza che la dose ridotta di farmaco abbia la stessa azione contro il tumore della dose piena. A volte ciò non accade (link vedi la news Perché completare i cicli di chemioterapia). Per questo occorrono studi di confronto e quello qui riportato dimostra come nella leucemia mieloide acuta dell’adulto sia possibile dimezzare la dose della citarabina, un chemioterapico usato nella terapia di mantenimento, senza per questo avere un peggioramento della prognosi.

Bibliografia

Hunault M, Pautas C, et al. Intermediate-dose cytarabine as postinduction AML therapy. NEJM Evidence 2025; https://evidence.nejm.org/doi/full/10.1056/EVIDoa2400326 Conflitti di interesse:
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