Cresce la preoccupazione nel mondo perché sempre più batteri diventano resistenti ai farmaci impiegati per combatterli, cioè gli antibiotici. Uno studio condotto nelle unità di terapia intensiva italiane conferma che una parte delle infezioni gravi che possono colpire i pazienti gravi ricoverati in questi reparti sono dovute proprio a germi che non rispondono alla terapia antibiotica posta in atto.
Analizzando i dati di quasi 300.000 pazienti ricoverati in terapia intensiva dal 2013 al 2022 è emerso infatti che oltre al rischio di avere un’infezione (in media un episodio per ogni paziente) il problema è che in un quarto dei casi il batterio in causa non era più sensibile ai carbapenemi, una classe di antibiotici a uso solo ospedaliero e solo per via endovenosa, che viene riservata appunto alla cura delle infezioni più gravi.
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Germi resistenti nelle terapie intensive
FOCUS: Antibiotico resistenza
In pratica
L’uso inappropriato di antibiotici facilita la selezione di ceppi batterici che diventano resistenti alle terapie. Se un’infezione grave non viene controllata con gli antibiotici potrebbe addirittura portare alla morte. È fondamentale quindi usare questi farmaci solo quando veramente necessario, rivolgendosi sempre al medico e mai riutilizzando spontaneamente antibiotici prescritti dal medico in passato per altre infezioni e rimasti nel proprio armadietto dei medicinali. Più si usano gli antibiotici, più i batteri diventeranno resistenti, meno si potranno curare le infezioni gravi.
Bibliografia
Scaglione G, Perego M, et al. Understanding the burden of antibiotic resistance: a decade of carbapenem-resistant Gram-negative bacterial infections in Italian intensive care units. Frontiers Microbiology 2024; https://www.frontiersin.org/journals/microbiology/articles/10.3389/fmicb.2024.1405390/full Conflitti di interesse: 

