Tra le persone, specie anziane, che assumono quotidianamente più farmaci, il rischio di ricevere prescrizioni potenzialmente inappropriate, cioè di farmaci che comportano più rischi che benefici o che potrebbero essere sostituiti da alternative più sicure, è reale e può avere conseguenze importanti.
Una prescrizione inappropriata può infatti aumentare il rischio di interazioni tra farmaci, di effetti collaterali, di ricoveri ospedalieri e persino di morte nei casi più gravi, oltre a far crescere i costi per il sistema sanitario.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi strumenti di supporto, digitali e non, pensati per aiutare i professionisti sanitari a scegliere in modo più appropriato le terapie per il singolo paziente. Tuttavia, il ricorso a questi strumenti nella pratica quotidiana è ancora poco noto.
Gli strumenti per una prescrizione appropriata in Italia
Per approfondire la situazione in Italia, è stato condotto uno studio che ha coinvolto 657 operatori sanitari del nostro territorio, tra farmacisti, infermieri, medici di medicina generale e specialisti ai quali è stato sottoposto un questionario volto a valutare la conoscenza, l’adozione e le barriere all’uso di strumenti di adeguatezza prescrittiva.
I risultati mostrano che solo il 38% degli intervistati utilizza i criteri Beers (un elenco di farmaci da evitare o da usare con cautela nell’anziano) e il 34% i criteri STOPP/START (un elenco di farmaci da evitare e uno di farmaci da usare nell’anziano), due strumenti fondamentali per prevenire le prescrizioni inappropriate. Inoltre, solo un professionista sanitario su tre ha dichiarato di utilizzare software specifici integrati nei sistemi informatici delle proprie strutture sanitarie, volti a migliorare l’appropriatezza prescrittiva.
Ostacoli e facilitatori all’uso degli strumenti d’appropriatezza prescrittiva
Tra i 294 intervistati che hanno segnalato difficoltà nell’applicazione di questi strumenti, gli ostacoli principali sono stati:
- la mancanza di tempo (14%)
- la scarsa conoscenza degli strumenti disponibili (10%)
- i costi o la limitata accessibilità a soluzioni digitali (8%).
Tra i fattori che favorirebbero un utilizzo più diffuso, gli operatori hanno invece indicato:
- l’importanza di una formazione specifica (38%)
- la disponibilità di software o app integrati nei sistemi sanitari (29%)
- la possibilità di dedicare più tempo ai pazienti (11%).



