Quando si parla di vaccini, le reazioni sono le più varie: dai convinti sostenitori, agli scettici, fino agli oppositori. Ma al di là delle opinioni personali, sono la scienza e i dati a parlare. A dirci qualcosa sulla loro sicurezza è il Rapporto Vaccini pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che raccoglie tutte le informazioni sulle sospette reazioni avverse successive alla vaccinazione registrate in Italia nel corso del 2023. Ma perché sospette? Cerchiamo di vederci chiaro.
È possibile avere un evento avverso dopo un vaccino?
Sì, i vaccini, come tutti i farmaci, possono accompagnarsi a eventi avversi, più o meno gravi. Tuttavia, il fatto che un evento si verifichi dopo la vaccinazione non significa automaticamente che questa ne sia la causa.
Stabilire un legame diretto, quello che in termini tecnici si chiama nesso di causalità, è un processo complesso che richiede l’analisi del singolo caso, la consultazione della letteratura scientifica e dati su larga scala. Per questo si parla di sospette reazioni avverse: l’associazione temporale non basta a dire che ci sia una relazione causa-effetto.
I numeri del 2023 in Italia
Nel 2023, sono state raccolte complessivamente 4.349 segnalazioni di sospetti eventi avversi successivi alla vaccinazione, di cui 1.224 (il 28,3% del totale) relative ai vaccini anti COVID-19, seguono quelle relative ai vaccini anti meningococco (18,6%), ai vaccini anti herpes zoster (11,6%), ai vaccini trivalenti (9,0%) e ai vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella (8,5%).
Rispetto all’anno precedente, si è registrato un forte calo: −86% per tutte le segnalazioni e −94% per quelle relative a COVID-19. Un dato spiegabile con la drastica riduzione delle dosi di vaccino anti COVID-19 somministrate, ma anche con la fine della farmacovigilanza attiva per monitorare la situazione e la minore attenzione mediatica.
La buona notizia è che nel 73,6% dei casi gli eventi sono stati classificati come non gravi. Nei casi rimanenti (26,4%) si è trattato di eventi gravi, ma anche qui bisogna essere cauti: non significa infatti automaticamente che il vaccino ne sia la causa. In termini di esito, nel 49% dei casi i sintomi si sono risolti o sono migliorati, nel 31,4% erano ancora presenti al momento della segnalazione (che di solito avviene poco dopo l’inizio dei sintomi), nel 7,8% dei casi hanno lasciato qualche postumo e nel 2,6% dei casi è stato riportato un decesso (anche in questo caso da dimostrare che fosse legato in qualche modo al vaccino somministrato).
Che cosa fare in caso di un evento avverso
Se dopo la vaccinazione si manifesta un sintomo (i più comuni sono un’irritazione a livello locale e la comparsa di febbre), il primo passo è parlarne con il medico.
E poi? Tutti, cittadini e operatori sanitari, possono segnalare l’evento sul portale dell’AIFA attraverso l’apposito servizio online. Se per i cittadini la segnalazione è un invito, per i professionisti sanitari è un obbligo. In ogni caso, le segnalazioni contribuiscono a migliorare la conoscenza e la sicurezza dei vaccini per tutta la comunità e quindi tutti sono chiamati in causa.