Secondo quanto emerge da un’indagine nazionale volta a valutare come viene gestito nella pratica lo stato di male epilettico convulsivo in ambito di emergenza pediatrica, il midazolam per via endovenosa è il trattamento di prima scelta, in linea con le attuali linee guida internazionali. Queste raccomandano una somministrazione sequenziale e temporizzata di farmaci anticonvulsivanti: si inizia con le benzodiazepine (prima linea), si prosegue con farmaci antiepilettici non benzodiazepinici (seconda linea) e, se necessario, si ricorre a farmaci anestetici (terza linea), da somministrare in un contesto di terapia intensiva.
L’indagine, condotta dal gruppo IPSE (Italian Paediatric Status Epilepticus), si è posta l’obiettivo di verificare l’aderenza alle raccomandazioni nella pratica clinica quotidiana. I risultati emersi sono nel complesso coerenti con le indicazioni delle linee guida. Lo studio ha coinvolto 250 specialisti (su 352 invitati) attivi in 34 ospedali italiani: il 90% dei medici ha indicato il midazolam endovenoso, a un dosaggio inferiore a 0,2 mg/kg, come farmaco di prima scelta nella gestione dello stato epilettico convulsivo in età pediatrica.
In caso di difficoltà nell’avere un accesso vascolare, il 75% dei medici ha dichiarato di ricorrere a una benzodiazepina per via non endovenosa, con una preferenza per il diazepam per via rettale (65,6%), seguito dal midazolam intranasale (36,4%) e buccale (33,2%). Solo il 14,4% ha riportato l’uso intramuscolar.
Per quanto riguarda la terapia di seconda linea, le preferenze sono risultate meno omogenee, essendo distribuite tra fenitoina (55,2%), levetiracetam (52,4%) e fenobarbital (52,4%). Inoltre, il 38% ha riferito di utilizzare un’infusione continua di midazolam a dosaggi inferiori a 0,23 mg/kg/h, talvolta anche come unica opzione in questa fase del trattamento.
Indagine nazionale sulla gestione dello stato epilettico convulsivo
FOCUS: Pediatria
In pratica
Come raccomandato dalle linee guida dell’American Epilepsy Society la somministrazione di benzodiazepine è fondamentale per interrompere rapidamente uno stato epilettico convulsivo. La situazione della realtà italiana sembra essere aderente con questa raccomandazione. Più variabile è l’approccio in caso di fallimento della prima linea di trattamento.
Bibliografia
