Non sempre fare di più è fare meglio. È questa la lezione che viene da una ricerca condotta tra Francia e Belgio e che ha coinvolto donne di una certa età (70 o più anni) con tumore al seno.
Quale terapia è più efficace?
Lo studio controllato e randomizzato condotto in 84 ospedali, con l’adesione di quasi duemila partecipanti, si è posto una semplice domanda: nelle donne più anziane con un tumore della mammella considerato ad alto rischio e che sono state già operate è sufficiente per controllare la malattia usare una terapia ormonale, come di solito si fa, oppure è meglio aggiungere a questa anche una chemioterapia vera e propria?
È ovvio che la possibilità di evitare la chemioterapia sarebbe di gran lunga preferibile, considerati i frequenti e non lievi effetti indesiderati, per cui va fatta solo se necessario e se allunga la sopravvivenza.
I risultati della ricerca
Le donne dello studio sono state seguite per molti anni e il parametro di valutazione dell’efficacia del trattamento era la sopravvivenza globale, quante donne cioè erano vive a distanza di tempo. In particolare si è valutato il dato di sopravvivenza dopo quattro e dopo otto anni dall’inizio delle cure. A distanza di quattro anni erano ancora vive nove donne su dieci sia che si fosse aggiunta la chemioterapia sia che si fosse somministrata solo la terapia ormonale. A distanza di otto anni il dato di uguaglianza di efficacia era confermato, essendo ancora vive sette donne su dieci in entrambi i gruppi.
Se l’efficacia era analoga, a dimostrare l’inutilità in questo caso di aggiungere una chemioterapia allo schema di cura, la sicurezza era invece ben diversa: chi era stata trattata con la chemioterapia aveva infatti più spesso effetti avversi anche gravi, che comparivano in una donna su tre, rispetto a una su dieci con la sola ormonoterapia.