Non sempre il dolore nel malato di cancro viene trattato in maniera adeguata, con il risultato che la persona ha ulteriori sofferenze in una situazione già non facile da sostenere. L’obiettivo deve sempre essere quello di togliere completamente o ridurre al massimo il dolore, grazie ai numerosi farmaci oggi disponibili.
L’indagine italiana
Per capire che cosa accade in Italia è stata condotta un’indagine che ha coinvolto 85 professionisti sanitari tra oncologi, infermieri, radioterapisti e chirurghi che hanno risposto a un questionario che indagava le modalità di valutazione del dolore, il suo trattamento, gli effetti avversi dei farmaci e gli ostacoli a una gestione adeguata del dolore.
Dall’analisi delle risposte è emerso anzitutto che non sempre il dolore viene valutato come si dovrebbe, cioè attraverso scale validate che consentono di definirne l’intensità.
La scelta di quali farmaci usare è influenzata da vari fattori, tra cui la presenza di altre malattie (comorbilità) e la polifarmacia, cioè il fatto che questi malati di solito devono prendere molti farmaci che possono interagire tra loro.
Gli ostacoli alla gestione del dolore
I dati più interessanti sono quelli riguardo ai motivi che inducono a sottotrattare il dolore, lasciando quindi il malato con inutili sofferenze. Per la gran parte degli intervistati (85,5%) il motivo è la carenza di formazione al riguardo per gli operatori sanitari, inoltre spesso manca una buona comunicazione tra sanitari e paziente per cui non viene rilevata adeguatamente la presenza e l’intensità del dolore. Infine anche la comunicazione tra operatori sanitari sembra essere un ostacolo a porre in atto un trattamento adeguato del dolore.
L’indagine infine ha raccolto informazioni sull’abitudine di prevenire eventuali effetti avversi dei farmaci usati, in particolare la nausea, il vomito e la stitichezza da oppiacei, come la morfina: in una metà dei casi vengono somministrati antiemetici o lassativi per evitare al paziente questi sintomi che, ridotto il dolore, influenzano comunque negativamente la qualità di vita.