Le salmonelle presenti nella carne di pollo non solo possono causare una malattia nell’uomo ma spesso sono multiresistenti agli antibiotici, contribuendo così alla diffusione dell’antibiotico resistenza. Lo conferma uno studio condotto nel Sud Italia che ha analizzato la presenza di salmonella nelle carni di pollo vendute al pubblico.
Un batterio ubiquitario
Le salmonelle sono batteri intestinali presenti sia negli animali selvatici sia in quelli domestici e possono essere trasmesse direttamente o indirettamente (per esempio attraverso la carne) all’uomo.
Sono germi che si adattano bene a molte condizioni, pullulano infatti tra i 32 e i 35 gradi centigradi, ma sopravvivono in un range ampio di temperatura, dai 5 ai 47 gradi. Si trasmettono più spesso all’uomo attraverso l’assunzione di acqua o cibo contaminati.
Causano soprattutto sintomi gastrointestinali con una diarrea che può essere accompagnata da febbre, nausea, vomito, dolore addominale, ma causano anche dolori muscolari e cefalea. Di solito l’infezione si risolve in pochi giorni, nell’arco di una settimana, ma nelle persone fragili può causare anche situazioni più gravi, come meningiti, infezioni vascolari, osteomieliti.
I numeri in Europa e in Italia
Nel 2022 in Europa sono stati notificati oltre mille epidemie di salmonellosi, per un totale di oltre 6.550 malati, quasi 1.500 ricoveri ospedalieri per la malattia e 8 morti.
Tra i Paesi dell’UE l’Italia si pone al sesto posto come numero di episodi epidemici, con 52 focolai, pari al 5% di tutti quelli sviluppatisi in Europa.
L’uso non controllato degli antibiotici per aumentare la produzione di carne ha facilitato la comparsa di batteri multiresistenti agli antibiotici, per cui è importante sapere quanto siano frequenti le salmonelle che hanno sviluppato queste resistenze, visto che possono causare infezioni difficilmente trattabili vista la mancata efficacia degli antibiotici nei loro confronti.
La situazione nel Sud Italia
Dal 2021 al 2023 l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (IZSPB) insieme all’Università degli Studi di Foggia ha raccolto quasi 400 campioni di carne di pollo pronti per la distribuzione nelle due Regioni per analizzare la presenza di salmonelle.
In un terzo dei campioni esaminati (32,55%) nella carne c’erano salmonelle, quasi il 90% delle quali (87,5%) era multiresistente agli antibiotici.
Il dato è preoccupante, sia perché se non si cuoce adeguatamente la carne e non si lavano correttamente le mani trattando la carne cruda ci si può infettare, sia per l’alta frequenza di resistenza agli antibiotici, che rende le infezioni pericolose perché difficilmente trattabili.