Ogni giorno, in Italia, milioni di anziani assumono diversi farmaci. Questa condizione, chiamata polifarmacoterapia, si verifica quando una persona prende cinque o più medicinali quotidianamente.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone di basso stato socioeconomico, con minori risorse economiche, un livello di istruzione più basso e un accesso limitato ai servizi sanitari hanno una maggiore probabilità di essere in polifarmacoterapia.
Tuttavia, poco si sa su come lo stato socioeconomico influenzi l’atteggiamento degli anziani verso i farmaci e verso la deprescrizione, ovvero la possibilità di ridurre o sospendere, in accordo con il medico, i medicinali non più strettamente necessari.
Uno studio per capire l’influenza dello stato socioeconomico
Per approfondire questa relazione, è stato condotto un ampio studio trasversale che ha coinvolto oltre 1.300 ultrasessantacinquenni in 14 Paesi, tra cui l’Italia. L’obiettivo era valutare l’associazione tra lo stato socioeconomico e:
- la disponibilità a sospendere un farmaco se consigliato dal medico (deprescrizione)
- la soddisfazione per i farmaci assunti
- la valutazione del proprio stato di salute
- l’alfabetizzazione sanitaria, cioè la capacità di comprendere e gestire le informazioni sulla propria salute
- la fiducia nel proprio medico di famiglia.
Che cose è emerso dallo studio
Rispetto agli anziani con un alto stato socioeconomico, quelli in condizioni più svantaggiate avevano:
- una maggiore probabilità di voler sospendere un farmaco
- una minore soddisfazione riguardo alle cure
- un peggiore stato di salute percepito
- una minore alfabetizzazione sanitaria
- una minore fiducia nel proprio medico di famiglia.



